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Formula 1

PILOTI
Graham Hill

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Norman Graham Hill è un nome iconico nella Formula 1. Nasce a Londra il 15 febbraio 1929 e cresce tra le difficoltà e le insidie del Blitz nella capitale britannica durante la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante le avversità, il giovane Graham coltiva la passione per la meccanica, iniziando a lavorare come apprendista alla Smiths Instruments all'età di 16 anni.

Il suo percorso verso il successo non è esente da ostacoli. Un incidente in motocicletta in una nebbiosa notte londinese lo lascia con una gamba più corta dell'altra. Questo evento, tuttavia, non riesce a intaccare la sua passione per la velocità. Dopo aver completato con riluttanza il servizio nazionale nella Marina, a 21 anni torna a lavorare per la Smiths. È in quel periodo che decide di curare i suoi baffi, che diventeranno una sorta di marchio di fabbrica lungo tutta la sua carriera.

Nel 1952, si unisce al London Rowing Club e incontra Bette, la donna che diventerà sua moglie tre anni più tardi. È durante questo periodo che Hill sperimenta il mondo delle corse. Con soltanto un quarto di sterlina in tasca, compie quattro giri a Brands Hatch con una F3 di una scuola piloti, segnando l'inizio di una lunga e appassionante avventura nel mondo del motorsport. Nonostante non avesse una patente di guida né i soldi per gareggiare, la passione di Hill per le corse è irrefrenabile. Con molti sacrifici, riesce ad acquistare una vecchia Morris del 1934, ottiene la licenza e lascia la Smiths per dedicarsi a tempo pieno al suo sogno. Nonostante le sfide iniziali, Hill trova la sua strada nel mondo delle corse, lavorando come meccanico e assistente per Don Parker, il pilota di 500cc più vincente di tutti i tempi. Attraverso questa collaborazione, fa il suo debutto in gara a Brands Hatch su una Cooper MkV 500cc F3.

La carriera di Hill compie un salto di qualità quando, dopo una gara a Brands Hatch, riesce a ottenere un passaggio a Londra con Colin Chapman e Mike Costin, entrambi convinti che quel ragazzo fosse amico dell'altro. Questo viaggio in auto si rivelerà cruciale, poiché Hill riesce a farsi assumere come meccanico part-time dal nascente team Lotus. Non passerà molto tempo prima che Hill diventi uno dei primi dipendenti a tempo pieno della squadra inglese.

Nel 1960, Hill si unisce alla squadra British Racing Motor (BRM), che all'epoca è lontana dalle posizioni di rilievo. Tuttavia, grazie al suo spirito combattivo e alla sua motivazione, riesce a riportare la squadra al vertice. La sua prima gara con la BRM è in Argentina con la vecchia Type 25 a motore anteriore, ma quando inizia la stagione europea, ha a disposizione la nuova Type 48 a motore posteriore. Durante la sua seconda gara del Campionato con la nuova macchina, il Gran Premio d'Olanda, conquista il suo primo podio. Poi, al Gran Premio di Gran Bretagna, dopo essere partito lentamente, si fa strada nel gruppo fino a prendere il comando al 55° giro. Ma dopo aver superato Jack Brabham, qualcosa va storto: i freni cedono e Hill finisce fuori pista a Copse. Mentre ritorna a piedi ai box, la folla lo acclama: è ormai una sorta di eroe. Quello stesso anno, Hill corre anche per Porsche in Formula 2 e nelle vetture sportive, arrivando terzo assoluto e vincendo la classe alla Buenos Aires 1000 Km insieme a Jo Bonnier.

Il 1961 è un anno disastroso, ma la stagione seguente Graham Hill vince la gara d'apertura in Olanda. Dopo aver mancato vittorie quasi certe a Monaco e nel Gran Premio di Francia, si impone in Germania e Italia. Dopo una lunga battaglia stagionale con Jim Clark sulla Lotus 25, tutto si decide nell'ultimo appuntamento stagionale, il Gran Premio del Sud Africa. Clark ha bisogno di vincere e in gara riesce a costruire un buon vantaggio. Un problema meccanico lo costringe però al ritiro, lasciando a Hill la vittoria della gara e del Campionato del Mondo.

Tra il 1963 e il 1965, Hill realizza una tripletta di vittorie sia al Gran Premio di Monaco che a quello degli Stati Uniti e nel 1964 perde il titolo per un solo punto quando, all'ultima gara del Campionato in Messico, Lorenzo Bandini rallenta all'ultimo giro per lasciare passare Surtees. Come era abbastanza comune all'epoca, Hill corre anche in altre categorie e nei weekend senza Formula 1 e spesso si trova a guidare in gare GT e Saloon Car. Fa debuttare la E-type Jaguar con una vittoria nella sua prima gara ad Oulton Park nell'aprile 1961, correndo per il team di Tommy Sopwith, l'Equipe Endeavour, e ottiene una serie di vittorie e piazzamenti sul podio nel 1962 e 1963 con la E-type di John Coombs. Guidando vetture sportive e GT Ferrari per i Maranello Concessionaires, in coppia con Jo Bonnier, vince le gare del Tourist Trophy nel 1963 e 1964, la Reims 12 Hours e la Paris 1000 Km del 1964.

Nel 1966, Hill fa il grande salto alla Lotus, unendosi a Jim Clark in una delle squadre più forti di tutti i tempi. La sua prima stagione con la squadra di Chapman è turbolenta, perché il team è alle prese per affinare l'innovativo, ma problematico, telaio monoscocca Lotus 43. Nonostante le difficoltà, Hill riesce a vincere il Gran Premio degli Stati Uniti quell'anno. L’anno successivo va meglio, con Hill e Clark che si contendono vittorie e campionato. Tuttavia, Clark ha a meglio alla fine dell’anno. Graham continua a dare il massimo e nel 1968, dopo la tragica morte di Clark in una gara di Formula 2, diventa il leader della Lotus. Ed è proprio quell’anno che conquista il suo secondo campionato del mondo di Formula 1.

Graham Hill corre per la Lotus fino alla fine della stagione 1971, per sposare il nuovo progetto della Brabham. Nonostante l'entusiasmo, i risultati faticano ad arrivare. Così, l'anno seguente, l'iconico baffetto decide di dare vita al proprio team di Formula 1 - la Embassy Hill - che non va molto lontano, conquistando solo alcuni piazzamenti a punti.

Il 29 novembre 1975, l’aereo su cui viaggia Graham insieme ad altri membri della squadra si schianta in un bosco. Nessuno sopravvive a quel disastro. La sua morte è un duro colpo per il mondo del motorsport, ma il suo spirito combattivo e il suo amore per le corse continuano a vivere nel cuore e negli occhi del figlio Damon che, molti anni più tardi, diventerà campione del mondo di F.1.