Keke Rosberg
Essere nel posto giusto, al momento giusto. Potrebbe essere questa l'estrema sintesi della carriera di Keke Rosberg, in grado di vincere il suo unico Mondiale di Formula 1 in una stagione che l'ha visto conquistare una sola vittoria.
Gli inizi. La passione per l'automobilismo la eredita da papà Lars e mamma Lea, entrambi piloti amatoriali. A diciassette anni disputa la sua prima gara in kart e continua fino ad arrivare alla conquista del titolo nazionale. Il motorsport per Keke Rosberg resta però un hobby, perché a riempire le sue giornate ci sono gli studi in medicina e il lavoretto come tecnico informatico. Per il 1972 gli viene proposto il campionato di Formula Vee e per assecondare quella passione chiede un prestito alla famiglia e a delle banche. Il suo talento non passa inosservato, soprattutto perché quel campionato lo vince subito. Nel 1975 vince anche il campionato Super Vee tedesco e nel 1976 si lancia in una sorta di tour de force che lo vede impegnato contemporaneamente in Formula Atlantic, Formula Pacific, Formula 2 e Formula 3.
CanAm e Formula 1. Il primo contatto con la Formula 1 risale al 1977, anno in cui prova una Kojima. Ma l'esordio nel circus porta la data del 4 marzo 1978, in occasione del Gran Premio del Sudafrica. Guida una Theodore TR1, una vettura per nulla competitiva. Nel resto della stagione si alterna alla guida della ATS e della Wolff, ma senza ottenere risultati degni di nota. Nel '79 non trova spazio in F1 e decide così di guardare oltreoceano, dove firma in extremis con il team di Paul Newman. Conquista diverse pole ma vince solo due gare, a causa di un motore non sempre al massimo della forma. Nel maggio di quello stesso anno, approfitta del sedile lasciato libero da Hunt alla Wolff e ne approfitta per tornare così in Formula 1. Affronta le due categorie in contemporanea, ma durante una gara a Laguna Seca rimane vittima di un terribile incidente in cui subisce diverse fratture e lesioni al cranio. Alla fine di quell’anno ma Wolff vende tutto per problemi economici e a rilevare la squadra è la Fittipaldi Automotive. Nel pacchetto è incluso anche Rosberg che diviene così il compagno di squadra di Emerson Fittipaldi, con il quale non mancano le frizioni durante l’anno. Nella gara inaugurale del 1980, Rosberg sorprende tutti e conquista il terzo posto, unica soddisfazione di quella annata. Per il 1981 le cose vanno ancora peggio e Rosberg chiude quell’anno senza segnare punti e mancando addirittura la qualificazione in cinque occasioni.
Il passaggio in Williams. Al termine della stagione 1981, Alan Jones decide di appendere il casco al chiodo e questo lascia via libera a Keke Rosberg che agguanta l'occasione di poter finalmente correre con un top team. Nonostante le grandi aspettative, i risultati non sono così incoraggianti, complice la scelta del team di non utilizzare motori turbo sulle proprie monoposto. Grazie al quinto posto ottenuto al GP d’Italia, il finlandese si guadagna il rinnovo contrattuale per la stagione successiva. Il 1982 è un anno molto particolare per la Formula 1, caratterizzato da diatribe politiche e incidenti anche tragici, come quello che mette fine alla vita di Gilles Villeneuve al GP del Belgio. Dopo l'infortunio occorso a Pironi quando era in testa al mondiale, Rosberg si ritrova a 12 punti dalla vetta e nelle ultime gare della stagione - con tanta costanza - rosicchia punti preziosi al leader. Il suo primo successo in Formula 1, al GP di Svizzera, corrisponde anche all’unica vittoria di quella stagione che gli permette di arrivare all’ultima prova stagionale in testa al campionato e con un buon margine sul primo degli inseguitori. A Rosberg basta il quinto posto per laurearsi campione del mondo. La Williams è ancora restia a utilizzare i motori turbo e la stagione del 1983 di Rosberg è decisamente sottotono, ma il finlandese riesce a togliersi la soddisfazione di conquistare una storica vittoria al GP di Monaco, grazie a una scelta coraggiosa che lo vede montare gomme da asciutto quando la pista è ancora umida. Con l’arrivo della Honda nel 1984 le aspettative sono alte, ma per mettere a punto il nuovo motore occorre tempo: Rosberg sembra diventare impaziente. Le cose vanno molto meglio nel 1985, la FW10 è veloce ma ancora troppo fragile. Keke riesce comunque a conquistare due vittorie – negli States e in Australia – chiudendo la stagione al terzo posto in classifica piloti.
L’ultima stagione in McLaren. Con un titolo iridato in tasca e cinque vittorie conquistate nel corso degli anni, Keke Rosberg cerca un team in grado di garantirgli stabilità e competitività. Si accorda con la McLaren, con la quale disputa il Mondiale di Formula 1 1986. È proprio alla corte di Woking che conquista il suo ultimo podio in carriera, sempre sul difficile circuito di Monaco. La prematura e tragica scomparsa dell’amico Elio De Angelis lo segna profondamente, tanto da fargli decidere di lasciare il circus alla fine di quell’anno.
In Endurance. Le corse rimangono la sua grande passione e dopo l’esperienza in F1, Keke Rosberg si toglie lo sfizio di correre nel Mondiale Sportprototipi con la Peugeot e prendere parte alla 24 Ore di Le Mans del 1991 a bordo della mitica 905, ritirandosi però dalla gara per un problema tecnico. Dal 1992 al 1995 ha legato il suo nome al DTM – il campionato turismo tedesco – per poi appendere definitivamente il casco al chiodo e fare da mentore a piloti come JJ Letho e Mika Hakkinen, oltre che al figlio Nico. Quest’ultimo si è laureato campione di F1 nel 2016 con la Mercedes ed è riuscito a ripetere l’impresa del padre, com’era riuscito solo alla coppia Graham e Damon Hill.