Thomas Maldwyn Pryce nasce l’11 giugno 1949 a Ruthin, un piccolo paese del Galles, in una famiglia di origini umili. Suo padre Jack è un poliziotto del paese, mentre sua madre Gwyneth lavora come infermiera. “Mal” - come è affettuosamente chiamato dagli amici - cresce con un fratello maggiore, David, prematuramente scomparso, e una sorella adottiva, Sandra.
Fin da giovane, Pryce nutre una profonda ammirazione per il mito automobilistico di Jim Clark. La sua passione per la guida si accende a poco più di dieci anni, quando ha la possibilità di mettersi alla guida di un furgone. Con l’obiettivo di ripercorrere i passi del proprio mito, lascia la scuola quando ha sedici anni e trova un lavoro come meccanico. Dopo vari sacrifici, comincia a correre nel 1970 in Formula Ford, per poi passare nel 1971 alla Formula Super Vee e approdare l'anno successivo in Formula 3. Pryce dimostra grande talento e velocità, attirando l'attenzione di Ron Dennis che gli offre un posto nella sua squadra di Formula 2, la Rondel Racing. Grazie ai risultati ottenuti, nel 1974 Tom approda in Formula 1 con la scuderia Token. L'inizio non è certo esaltante, perché la monoposto non è né competitiva né tantomeno affidabile. Poi arriva l'occasione di passare alla Shadow, al posto di Brian Redman.
La sua carriera prosegue alla Shadow: il suo miglior risultato è il terzo posto ottenuto al GP d’Austria del ’75, ripetuto poi in Brasile nella gara inaugurale della stagione ’76. Il talento non manca, ma la sua carriera va avanti tra alti e bassi, fino al tragico Gran Premio del Sud Africa del 1977. Tutto sembra procedere normalmente a Kyalami, quando al ventunesimo giro, il suo compagno di squadra Renzo Zorzi parcheggia la Shadow a lato della pista, davanti ai box. Due giovani commissari di pista attraversano il tracciato per spegnere il principio d’incendio sulla vettura.
In quel momento, tre vetture si stanno avvicinando: la March di Hans Stuck, la Shadow di Pryce e la Ligier di Jacques Laffite. Stuck riesce ad evitare il primo commissario, mentre Pryce - la cui visuale è coperta dalla March del tedesco - centra in pieno il secondo, il diciannovenne Frederik Jansen van Vuuren, uccidendolo sul colpo. La Shadow di Pryce continua la sua corsa fuori controllo, sbandando sulla destra e urtando la vettura di Laffite, prima di fermarsi contro le reti di protezione. Non è subito chiaro che il giovane commissario non sia stato il solo a perdere la vita in quel momento.
Jansen van Vuuren tiene in mano un estintore quando viene travolto da Pryce, che finisce contro la testa del pilota a una velocità di oltre 250 km/h, causandone la morte istantanea. La violenza dell'impatto è tale che l'estintore viene sbalzato al di sopra delle tribune e finisce contro una vettura nel parcheggio del circuito e solo per puro caso non fa altre vittime. Senza ombra di dubbio, quella è una delle giornate più strazianti vissute dalla Formula 1.