Alfa Romeo 156
L’Alfa Romeo 156 è il modello con cui la Casa di Arese ha presidiato il segmento D dal 1997 al 2005. Oltre che in versione berlina, è stata proposta anche con carrozzeria familiare, in duplice veste: una prettamente stradale, venduta tra il 2000 e il 2006 e chiamata 156 Sportwagon, e una dal sapore fuoristradistico, battezzata Crosswagon e rimasta in listino tra il 2004 e il 2007. Sotto la filante e grintosa carrozzeria disegnata da Walter de Silva, la 156 nasconde una raffinata piattaforma con sospensioni a quattro ruote indipendenti, schema a quadrilateri deformabili all’anteriore e un’evoluzione del sistema McPherson al posteriore. L’abitacolo, rifinito con cura, con materiali gradevoli e di buona qualità, è omologato per cinque, ma in tre sul divano ci si deve stringere un po’. Valido il posto di guida, che si adatta facilmente alle diverse corporature dei piloti. L’Alfa 156 ha usufruito di un facelift nel 2001, che ha portato con sé un ampliamento delle dotazioni, e di un più profondo restyling nel 2003 ad opera di Giorgetto Giugiaro, che ha introdotto uno scudetto frontale di maggiori dimensioni e una fanaleria inedita.
I MOTORI
La maggior parte degli annunci di Alfa Romeo 156 usate riguardano esemplari a gasolio. Due sono i propulsori turbodiesel che si possono trovare nel cofano. Il primo è un 1.9, che porta le sigle JTD o JTDm a seconda del fatto che la distribuzione sia a otto oppure a sedici valvole. Il secondo è invece il 2.4 a cinque cilindri, JTD o JTDm rispettivamente nelle due varianti 10v e 20v. Quanto ai benzina, la motorizzazione d’accesso è l’1.6 Twin Spark, che gioca però un ruolo marginale rispetto alle varianti di maggior cilindrata 1.8 e due litri. Quest’ultima è stata proposta anche con la sigla JTS e alimentazione a iniezione diretta. Le Alfa 156 più performanti sono quelle a sei cilindri, equipaggiate con i V6 della stirpe Busso: si va dalla equilibrata 2.5 alla grintosa 3.2 GTA, talvolta abbinata al cambio robotizzato Selespeed al posto del classico manuale. Esiste anche una versione a trazione integrale, la 156 Crosswagon Q4 JTDm, mentre gli esemplari 2.5 con l’appellativo Q-System montano un cambio automatico.
PRO E CONTRO
L’Alfa Romeo 156 brilla per il suo comportamento stradale. L’auto s’inserisce in curva rapidamente, con un sottosterzo naturale, che cresce in proporzione all’andatura senza farsi però mai eccessivo. Anche in caso di manovre d’emergenza risponde sempre in modo corretto e resta facile da controllare. Se la 156 risulta così piacevole da guidare il merito va anche allo sterzo, che eccelle per prontezza, precisione e progressività, dimostrandosi leggero in manovra. In questa situazione delude invece un po’ la visibilità posteriore, a causa della linea di cintura alta e del lunotto piccolo. Il taglio della coda penalizza anche il bagagliaio, che ha una capacità dichiarata di 378 litri. Infine, un appunto va alla strumentazione, che non è ben leggibile da parte dei guidatori più alti.
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I MOTORI
La maggior parte degli annunci di Alfa Romeo 156 usate riguardano esemplari a gasolio. Due sono i propulsori turbodiesel che si possono trovare nel cofano. Il primo è un 1.9, che porta le sigle JTD o JTDm a seconda del fatto che la distribuzione sia a otto oppure a sedici valvole. Il secondo è invece il 2.4 a cinque cilindri, JTD o JTDm rispettivamente nelle due varianti 10v e 20v. Quanto ai benzina, la motorizzazione d’accesso è l’1.6 Twin Spark, che gioca però un ruolo marginale rispetto alle varianti di maggior cilindrata 1.8 e due litri. Quest’ultima è stata proposta anche con la sigla JTS e alimentazione a iniezione diretta. Le Alfa 156 più performanti sono quelle a sei cilindri, equipaggiate con i V6 della stirpe Busso: si va dalla equilibrata 2.5 alla grintosa 3.2 GTA, talvolta abbinata al cambio robotizzato Selespeed al posto del classico manuale. Esiste anche una versione a trazione integrale, la 156 Crosswagon Q4 JTDm, mentre gli esemplari 2.5 con l’appellativo Q-System montano un cambio automatico.
PRO E CONTRO
L’Alfa Romeo 156 brilla per il suo comportamento stradale. L’auto s’inserisce in curva rapidamente, con un sottosterzo naturale, che cresce in proporzione all’andatura senza farsi però mai eccessivo. Anche in caso di manovre d’emergenza risponde sempre in modo corretto e resta facile da controllare. Se la 156 risulta così piacevole da guidare il merito va anche allo sterzo, che eccelle per prontezza, precisione e progressività, dimostrandosi leggero in manovra. In questa situazione delude invece un po’ la visibilità posteriore, a causa della linea di cintura alta e del lunotto piccolo. Il taglio della coda penalizza anche il bagagliaio, che ha una capacità dichiarata di 378 litri. Infine, un appunto va alla strumentazione, che non è ben leggibile da parte dei guidatori più alti.
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