L'Aston Martin e la Bosch hanno realizzato un prototipo ibrido plug-in su base DB9. L'obiettivo è quello di valutare i benefici derivanti dalla propulsore elettrica, in grado, al contempo, di offrire prestazioni ancora più esaltanti e di consentire alla coupé inglese spostamenti a emissioni zero. Al già noto V12 di 6.0 litri (qui nella vecchia versione da 510 CV), che invia la potenza all'asse posteriore, sono stati infatti aggiunti due motori elettrici da 180 kW sull'asse anteriore, con le relative batterie al litio.
Ancora più scattante. A fronte di un aumento di peso di circa 300 kg, che porta la massa totale vicino a 2.100 kg, la DB9 eroga così 740 CV totali e può percorrere circa 16 miglia (circa 25 km) con la sola propulsione elettrica. Secondo le stime, la vettura può migliorare del 20% i tempi di accelerazione rispetto al modello standard e di offre la sicurezza della trazione integrale con torque vectoring. La Bosch ha anche installato sulla vettura un nuovo Esp con quattro modalità di funzionamento, che monitora anche la temperatura dei pneumatici e il grip a disposizione. L'elettronica consente poi di tarare sulle specifiche del cliente la reattività della vettura, consentendo anche la connessione a internet per il download di particolari setup studiati, per esempio, per uno specifico circuito.
Una base per i modelli futuri. Il progetto della DB9 ibrida plug-in, che ha richiesto circa un anno per la messa a punto, non darà vita a un modello di serie, ma servirà da base per valutare eventuali evoluzioni per i modelli futuri Aston Martin. Allo stesso tempo, la Bosch ha studiato fin dall'inizio l'applicazione in maniera modulare, così da poter proporre il medesimo impianto anche su modelli diversi, con la possibilità di personalizzare molti particolari in base alle esigenze.
Redazione online
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