Passione tricolore
Ci sono dei car show dove oltre ad ammirare le auto esposte si ascoltano storie e si conoscono persone speciali. Una di queste manifestazioni è Concorso Italiano, l’evento della Monterey Car Week dedicato alle auto del Belpaese organizzato da Tom McDowell e dal suo braccio destro Raffaello Porro. Arrivo di buon mattino a bordo di un'Alfa Romeo Giulia Veloce (trovate le stories del coast to coast su Instagram). Accanto a me c’è una “gemella”, il proprietario si chiama Salvatore. È il nipote di un siciliano che si imbarcò a Napoli per raggiungere New York all’inizio del secolo scorso. Quando il nonno arrivò nella Grande Mela viveva in un bassofondo fatiscente e per sfamare la famiglia faceva il manovale. Adesso, Salvatore è il ceo dell’azienda di famiglia che produce milioni di bulloni in Illinois. Si è comprato la Giulia, una vettura italiana con lo stesso nome di quella che suo padre usò durante il viaggio di nozze in Italia.

Vera passione. Attorno a me tante auto. Pagani, Fiat, Lamborghini, Ferrari, Maserati. Qui mi imbatto in Donald, il proprietario di una magnifica Biturbo del 1987. La modenese ha percorso meno di 100mila miglia, ha la carrozzeria perfetta, gli interni immacolati ed lui è il primo proprietario. Mi racconta dei suoi viaggi, spesso ci andava in Canada per lavoro. Nonostante sia americano considera l’auto italiana come l’essenza della perfezione. Carmine, invece, viene da Cefalù. Negli States ha aperto una catena di pizzerie nel New Jersey ed è il proprietario di quattro Lamborghini. Quando era nel suo paese spesso passava da Ciccio. Aveva una grande ammirazione verso quell’uomo che realizzava a mano le scarpe per i migliori piloti di quei tempi. Pasquale si ricordava perfettamente che una volta lo ha visto realizzare le scarpe per Lauda che sono state consegnate a una persona lì in attesa che partì subito per Punta Raisi dove c’era un jet pronto a decollare per Parma per la consegna. Il tempo vola, arriva il momento in cui devo sfilare. Raggiungo la mia auto passando davanti a un gazebo di un'organizzazione che sta preparando un tour in Italia il prossimo giugno. Salgo a bordo, una volta sotto il palco dovrò consegnare a Tom McDowell, patron di Concorso, un attestato di stima del Presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani. Questo riconoscimento arriva a Concorso Italiano, quale più grande e rappresentativa kermesse dedicata alle auto e moto del Belpaese, organizzata al di fuori dai Sacri Confini. Quest’anno erano oltre 4 mila i visitatori, più di mille le auto schierate sul green del Bayonet and Black Horse, un bellissimo golf club a poche miglia da Monterey.

Tra premi e applausi. Sotto al palco, Tom mi prende in contropiede, al microfono racconta la storia dei miei avi, che contribuirono a portare tanti nostri connazionali negli States a cercar fortuna. Un applauso del pubblico, un omaggio a tutti i migranti. Adesso tocca a me ringraziare Tom, lo faccio leggendo le parole del presidente Sticchi Damiani. Un nuovo applauso, il pubblico ringrazia così chi da anni ha preso in mano le redini di Concorso, una manifestazione arrivata alla sua 37esima edizione. Dopo di me, la sfilata di altri illustri ospiti fino ad arrivare all’ora dei riconoscimenti. Premi Best in Show e Valentino Balboni assegnati alla Bizzarrini 5300 Strada del 1967 di Billy Hibbs e alla Lamborghini Diablo Roadster di Robert Fulton. Riconoscimento alla carriera con La Bella Macchina Award a Maurizio Corbi, senior designer Pininfarina e Mariella Mengozzi, direttore del Mauto di Torino.
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