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Industria e Finanza

Unione europea
Bruxelles svela il Clean Industrial Deal

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Dopo la Bussola per la Competitività, la Commissione europea ha presentato un altro dei programmi fortemente richiesti e attesi dal tessuto economico del Vecchio Continente. Si tratta del Clean Industrial Deal, un pacchetto di misure per sostenere la competitività e la resilienza dei settori economici e, al contempo, accelerare la decarbonizzazione, evitando la desertificazione industriale dell'Europa. Le diverse misure non toccano direttamente il comparto automotive, ma alcune hanno impatto sulla filiera e molte sono anche propedeutiche all'apposito piano d'azione per l'industria delle quattro ruote promesso per il 5 marzo prossimo. È il caso delle iniziative per ridurre i prezzi dell'energia oppure per rivedere il Cbam (Carbon Border Adjustment Mechanism), il meccanismo per la tassazione delle emissioni alla frontiera che ha prodotto conseguenze su componenti a basso costo ampiamente utilizzate da produttori di componentistica auto.

Le parole di von der Leyen. Il Clean Industrial Deal è destinato, innanzitutto, ad affrontare alcune delle principali problematiche sollevate dal ceto economico continentale, come gli elevati prezzi dell'energia e l'eccesso di regolamenti e burocrazia. Lo ammette la stessa presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nella sua prima dichiarazione a caldo: "L'Europa non è solo un continente di innovazione industriale, ma anche un continente di produzione industriale. Tuttavia, la domanda di prodotti puliti è rallentata e alcuni investimenti si sono spostati in altre regioni. Sappiamo che le nostre imprese affrontano troppi ostacoli, dai prezzi elevati dell'energia agli eccessivi oneri normativi. Il Clean Industrial Deal serve a tagliare i legami che ancora frenano le nostre imprese e a creare un chiaro 'business case' per l'Europa". L'obiettivo è quindi quello di rendere più efficiente il contesto normativo, riducendo gli ostacoli burocratici per le imprese per proseguire il processo di decarbonizzazione indicato dal Green Deal (-55% di gas serra per il 2030, -90% per il 2040 e la neutralità carbonica per il 2050) e favorire la reindustrializzazione e l'innovazione.

Bruxelles svela il Clean Industrial Deal

Focus sull'energia. La priorità è stata comunque assegnata al problema energetico. A tal proposito, il Clean Industrial Deal si concentra su due settori strettamente collegati: le industrie ad alta intensità energetica e le tecnologie pulite. Il fine è rafforzare l'intera catena del valore di specifici settori (oltre al piano d'azione per l'automotive, ne è previsto uno analogo pure per la siderurgia), definendo un quadro di riferimento (già incluso in un apposito "Piano d'azione per l'energia accessibile") per ridurre le bollette e la volatilità dei prezzi (saranno resi più attrattivi i Power Purchase Agreement), accelerare la diffusione delle fonti rinnovabili (la capacità dovrà aumentare ogni anno di 100 GW fino al 2030) e il tasso di elettrificazione (dovrà salire dal 21,3% al 30%), completare il mercato interno con interconnessioni fisiche, aumentare l'efficienza e ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. C'è poi in programma un "Industrial Decarbonisation Accelerator Act" per aumentare la domanda di prodotti "puliti" fabbricati nell'Ue, introducendo criteri di sostenibilità e di origine negli appalti pubblici e privati e specifiche etichette sulle emissioni di acciaio o cemento. Inoltre, Bruxelles intende "semplificare e armonizzare le metodologie di contabilizzazione del carbonio". In tal caso l'obiettivo è di raggiungere un 40% di componenti chiave per le tecnologie pulite prodotte in Europa.

Bruxelles svela il Clean Industrial Deal

Fondi e materie prime. Il Clean Industrial Deal dovrà anche mobilitare, già nel breve termine, risorse per oltre 100 miliardi di euro per sostenere gli investimenti dell'industria manifatturiera. In tal senso, la Commissione vuole adottare un nuovo quadro per gli aiuti di Stato con l'obiettivo di "semplificare e accelerare l'approvazione delle misure" pubbliche e per pemessi per le energie rinnovabili, decarbonizzazione industriale e tecnologie pulite. Inoltre, si punta a rafforzare l'attuale fondo per l'innovazione, a istituire "una banca per la decarbonizzazione industriale" anche grazie ai fondi ottenuti dal sistema di scambio delle emissioni Ets, a modificare l'attuale regolamento InvestEU. In questo quadro assume un ruolo rilevante la Banca europea per gli investimenti con nuovi strumenti di finanziamento. Altro aspetto fondamentale è rappresentato dalle materie prime critiche. Bruxelles punta a migliorare l'accesso al settore minerario, riducendo "l'esposizione a fornitori inaffidabili" e ponendo l'economia circolare al centro delle strategie di decarbonizzazione, tramite diversi strumenti: un meccanismo per favorire le alleanze tra le imprese, un hub per l'acquisto congiunto, normative specifiche per accelerare, per esempio, il riciclo dei materiali (il tasso di utilizzo dovrà aumentare dall'11,8% al 24%). Inoltre, la Commissione ha intenzione di avviare partenariati a livello globale per diversificare le catene di approvvigionamento e, allo stesso tempo, di agire "in modo ancora più deciso per proteggere le industrie dalla concorrenza globale sleale e dall'eccesso di capacità attraverso una serie di strumenti di difesa commerciale e di altro tipo". Infine, si punta sullo sviluppo di competenze di settore per le industrie interessate, alla riqualificazione dei lavoratori e a un maggior sostegno nelle fasi di transizione. 

Direttive e atti. Il Clean Industrial Deal avrà alla base diverse iniziative legislative e normative: l'Industrial Decarbonisation Accelerator Act; una riforma della Direttiva sugli acquisti pubblici; una legge per l'Economia Circolare; un nuovo regolamento sugli aiuti pubblici; un atto delegato sull'idrogeno; e, come detto, una semplificazione del Cbam (il meccanismo sarà esaminato anche per analizzare i problemi degli importatori e l'ipotesi di una sua estensione a settori già coinvolti nel sistema di scambio delle quote di emissione Ets). 

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