Non è certo la prima volta che si parla di un ingresso nel comparto della Difesa da parte della Renault, ma stavolta con una differenza sostanziale: se in passato si valutava la possibilità di installare attività di produzione di droni in Ucraina (in funzione anti russa), adesso spunta l’idea di farli in Francia. Settore marginale che affiancherebbe il focus numero uno della società, ossia costruire veicoli.
Questione divisiva.
Secondo indiscrezioni dell’Agence France-Presse, da mesi sono in corso discussioni tra la Renault e il ministero delle Forze armate: la Régie - invitata a contribuire alla riflessione su diversi progetti pilotati dalla Direzione generale degli armamenti (Dga) - ha condotto un’analisi approfondita su benefici e rischi. Tra i punti positivi, un complemento di attività in Francia e un’opportunità economica redditizia (mentre il mercato auto europeo balbetta, alle prese con mille incognite). Sull’altro piatto della bilancia, la sicurezza delle fabbriche francesi che produrrebbero i droni militari e dei sistemi informatici. Comunque, stando a un documento riservato visionato dall’Afp, l’azienda non mira a diventare un attore importante della Difesa e si impegnerebbe solo se il progetto non influenzasse la sua capacità di investimento nel core business: l’auto.
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