La Spagna si conferma uno dei Paesi Ue più dinamici in campo automobilistico. Mentre buona parte del continente aspetta invano che la Commissione europea presenti misure per il rilancio dell'industria, Madrid svela un piano di medio-lungo termine per rafforzare le attività produttive e sostenere la domanda, all’insegna dell’elettrificazione. In sostanza, gli spagnoli puntano a un ruolo di primo piano in un futuro alla spina con azioni coordinate e condivise con l’industria nazionale. Insomma, quello che la filiera italiana chiede da tempo alle nostre istituzioni senza ottenere nulla (o quasi).
Il significato del piano
L'importanza del Plan Auto 2030 è dimostrata dall’ampiezza delle misure e dalla presenza del primo ministro Pedro Sánchez e di vari ministri all’evento di lancio. «Siamo di fronte alla sfida di trasformare la più grande industria del nostro Paese, che contribuisce al 10% del PIL e sostiene oltre 2 milioni di posti di lavoro», ha affermato Sánchez. Per Josep Maria Recasens, presidente di Anfac, è una pietra miliare “storica”, con la partecipazione di amministrazioni pubbliche e privati: «Il futuro non aspetta, si costruisce insieme».
Gli obiettivi
Il piano prevede 25 misure su cinque pilastri e tre assi (industria, mercato, innovazione) per stimolare investimenti, rinnovare l’apparato industriale e sostenere la filiera locale, mantenendo la Spagna secondo produttore di auto in Europa. Tra le iniziative: incentivi per l’acquisto di veicoli, agevolazioni per la competitività e un piano nazionale per le infrastrutture di ricarica. Obiettivi: sostenibilità e autonomia strategica, con sviluppo della supply chain delle batterie e attrazione di produzioni di veicoli elettrificati.
Si punta ad aumentare il valore aggiunto del settore da 85 a 120 miliardi di euro in dieci anni, salvaguardare 1,9 milioni di posti di lavoro e portare la produzione da 2,4 a 2,7 milioni di veicoli, di cui il 95% elettrici o ibridi plug-in.
Focus su ibride ed elettriche
Il piano include un quadro normativo per la competitività e l’autonomia strategica, potenziando i programmi Perte del Pnrr spagnolo, già utilizzati da Volkswagen, Renault e Stellantis. Finora stanziati 3 miliardi di euro, con ulteriori 580 milioni annunciati per veicoli elettrici e connessi.
R&S collaborativa
Sono previsti aiuti per la ricerca e sviluppo e per dotare le fabbriche di tecnologie avanzate. Tra le novità, il programma Innovemos per progetti su batterie, componenti elettronici e veicoli autonomi e connessi (una delle proposte più importanti del piano Draghi). Il piano punta anche ad attrarre capitali esteri e favorire l’integrazione nell’ecosistema iberico.
Incentivi all'acquisto
Non mancano incentivi per veicoli elettrici e ibridi plug-in, gestiti direttamente da Madrid per evitare blocchi locali: nel 2026 sarà creato un fondo unico da 400 milioni di euro, più 300 milioni per le infrastrutture di ricarica.
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