La Italdesign passa ufficialmente di mano. Il gruppo Audi, infatti, ha firmato un accordo per cedere la maggioranza del capitale della società torinese a UST, società californiana, ma di proprietà indiana, specializzata in tecnologie digitali e servizi informatici.
La cessione, conclusa al termine di un lunga maratona negoziale partita la scorsa primavera, rientra in un più ampio accordo di partnership strategica, che prevede la conferma dell’attuale società madre di Italdesign, la Lamborghini, nell'azionariato con una non meglio precisata "partecipazione significativa". Inoltre, la stessa Audi resterà "un partner strategico di Italdesign nel lungo termine, oltre che un importante cliente".
Tra paure e cordate italiane
L'operazione, di cui non sono stati precisati il valore dell’investimento e altri dettagli contrattuali, ha più volte alimentato preoccupazioni tra i lavoratori e i loro rappresentanti e spinto alcuni imprenditori a provare la strada della "cordata alternativa", con il coinvolgimento di Gruppo Adler, CdP e manager ex Fiat, pur di non lasciare andare all'estero uno dei fiori all'occhiello del design automobilistico italiano: fondata dal rinomato designer Giorgetto Giugiaro nel 1968, ha contribuito al lancio di veicoli entranti ormai nell'immaginario collettivo come la Volkswagen Golf o la Fiat Panda. E qualcuno si è perfino spinto a chiedere al governo di attivare il golden power per complicare i piani di Ust. Audi, però, ha preferito proseguire le trattative proprio con l'azienda californiana.
Cosa cambia per Italdesign
Ora UST potrà unire le sue competenze nell’intelligenza artificiale, nello sviluppo di veicoli software-defined e nella progettazione di ecosistemi digitali con il know-how di Italdesign nel design e nell’ingegnerizzazione dei veicoli e dei prodotti industriali, nella prototipazione, nella produzione di piccole serie e nell’elettronica automotive.
Nel comunicato di ufficializzazione della cessione, si parla anche della possibilità per le due aziende di "offrire un portfolio completo e integrato di servizi - dall’ideazione e design iniziale allo sviluppo hardware e software fino ai sistemi di produzione - per supportare lo sviluppo di veicoli moderni e digitalmente avanzati". Inoltre, UST vuole sfruttare la sua rete in oltre 30 Paesi per ampliare la presenza internazionale di Italdesign. Quanto alla forza lavoro, l'acquirente si limita ad affermare che "in qualità di nuovo azionista di maggioranza", assumerà "la responsabilità operativa, valorizzando e rafforzando l’eredità italiana, la cultura del design e il talento dei dipendenti" dell'azienda torinese.
Infine, il ruolo di partner strategico di lungo periodo dell'Audi è volto a garantire "continuità e collaborazione nelle aree che hanno definito la reputazione dell’azienda per oltre cinque decenni". Antonio Casu, amministratore delegato di Italdesign, è convinto che la "partnership porterà benefici a tutte le parti coinvolte" e consentirà all'azienda "di accelerare l’espansione del proprio portafoglio di servizi in nuovi mercati e di ottenere una penetrazione più profonda in diversi mercati internazionali". Per Geoffrey Bouquot, responsabile sviluppo tecnico di Audi, la collaborazione "continuerà a generare successo e risultati solidi sotto la nuova struttura proprietaria: Ust è il partner ideale per rafforzare le solide basi di Italdesign e aprire nuove opportunità di mercato". Infine Krishna Sudheendra, Ceo di Ust, ha assicurato l'obiettivo di "sostenere la visione di Italdesign, onorarne l’eredità e portare nuove capacità che aiutino il team a crescere ulteriormente".
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