In Germania le auto aziendali finiscono nel mirino delle organizzazioni ambientaliste come la Deutsche Umwelthilfe (Duh): secondo alcune di esse, le flotte generano più emissioni di CO2 e andrebbero per questo proibite. L'Associazione federale per la mobilità aziendale (Bbm), ovviamente, non è d'accordo. Partendo dal teorema auto aziendele uguale privilegio, gli attivisti stanno chiedendo la messa al bando delle vetture di servizio: anche alcuni economisti e, secondo il quotidiano economico-finanziario Handelsblatt, pure l’agenzia federale per l’Ambiente e la Dstg, la rappresentanza sindacale del personale dell'amministrazione fiscale, sarebbero schierati a favore dello stop.
In particolare, la Duh contesta nuovi provvedimenti che porterebbero a ridurre la tassazione delle vetture elettriche più costose, sottolineando come le auto aziendali, di cui beneficia quasi esclusivamente il 10% della popolazione con il reddito più elevato, costano già ai contribuenti fino a 5,5 miliardi di euro all’anno. Di più: viene suggerita una riforma per reindirizzare i fondi verso investimenti necessari alla transizione, a favore di una platea più ampia. La Duh cita studi che sostengono come, abolendo il privilegio dell’auto aziendale, si potrebbero risparmiare ogni anno fino a 5,8 milioni di tonnellate di gas serra. Come detto, l'Associazione federale per la mobilità aziendale (Bbm) è contraria e ha risposto punto su punto: descrive l’auto aziendale non come un privilegio dei ricchi, ma una normale voce della retribuzione di molti professionisti, sostenendo che solo circa la metà delle auto immatricolate viene utilizzata privatamente. Di queste, circa il 30% sono veicoli puramente benefit, ovvero automobili che non servono per scopi operativi, pari a solo l'1,65% circa dell'intero parco auto tedesco.
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