A trovartelo davanti, uno come Horacio Pagani ti fa una strana impressione: "Hai osservato bene i dettagli?" - ti fa, voltando lo sguardo per un attimo verso la sua Huayra - "sono tutti ricavati dal pieno!" E mentre lo dice sembra uno dei nostri, uno che quando parla di automobili gli si accende lo sguardo. Poi pensi che quello sguardo lì, quella passione, quell'orgoglio straordinario poteva benissimo essere quello di Enzo Ferrari, di Ferdinand Porsche (padre), di Soichiro Honda... gente così, insomma.

Un'emozione condivisa. È lo stesso Horacio Pagani a introdurre la Huayra alla platea di "amici, gente che è arrivata da tutto il mondo, giornalisti, clienti e colleghi di lavoro" che affollano la sala conferenze del quartier generale della Pirelli, a Milano: "È più difficile portare avanti questo discorso che lavorare per sette anni nel progetto di una macchina", esordisce il costruttore argentino, scaldando l'anima agli astanti. Poi ringrazia i padroni di casa, raccontando un aneddoto.

Cinturato Pirelli. "In Argentina, le macchine che correvano nella categoria Turismo de carretera usavano pneumatici Cinturato Pirelli. Mio padre - voi sapete che fa il fornaio, ha cominciato a farlo a 12 anni e oggi a 82 anni fa ancora il fornaio - aveva una Rambler Crosscountry americana, enorme, un veicolo enorme, che usava per portare il pane. Allora, io martellavo tutt'i giorni mio padre perché montasse le gomme Cinturato Pirelli alla macchina che usava per portare il pane. E allora dopo tanto sono riuscito a convincerlo, anche se costavano molto rispetto alle altre gomme. Una delle cose che amavo di più era lavare questa macchina il sabato e dopo mettermi con un pennellino a dipingere il Cinturato Pirelli con la tempera. Questo lo dovevo ripetere ogni settimana perché quando la macchina prendeva acqua, la scritta veniva via. Ieri c'era un mio collega in fabbrica che stava facendo la stessa cosa sui pneumatici della Huayra... È stato molto emozionante aver ricordato questo momento".

Stimolato dalla concorrenza. "Nei primi anni duemila - racconta il costruttore argentino - quando tutti i grandi Costruttori stavano lanciando le loro supercar - Ferrari Enzo, Porsche Carrera GT, McLaren F1, Mercedes SLR - ho pensato che era necessario progettare una macchina nuova, con un nuovo design, creare un nuovo telaio, nuove sospensioni, una macchina dal punto di vista aerodinamico completamente diversa da quello che era la Zonda. Un impegno non indifferente per una piccola Casa automobilistica che era nata quattro anni prima e che comunque era già molto impegnata nello sviluppo della Zonda".

Menti fresche. Alla Pagani, racconta il suo fondatore, "volevamo fare una macchina concepita da un punto di vista aerodinamico come un'ala... l'idea era che la velocità dell'aria tra la parte superiore e la parte inferiore della macchina, il gap diciamo che c'è normalmente in tutte le macchine, fosse il più possibile ridotto. Bisognava pensare un concetto aerodinamico completamente diverso, completmente nuovo e siamo partiti con questa idea, abbiamo fatto tantissimi disegni e ho portato avanti questo sviluppo con un team di ragazzi giovani, ma molto, molto motivati. Era importante partire con un team di ragazzi giovani perché dovendo sviluppare un concetto nuovo volevo delle menti fresche".

Arte e scienza. Il patron argentino, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Huayra, si sofferma anche sulla maniacale cura dei particolari: "Abbiamo dedicato cinque anni a definire lo stile di questa vettura, non perché non avevamo le idee chiare - anzi, i primi modelli sono praticamente uguali alla vettura definitiva - abbiamo semplicemente lavorato alla ricerca della perfezione dei dettagli. Michelangelo diceva che la perfezione è fatta di dettagli e noi abbiamo seguito un po' anche questi criteri. E non abbiamo fatto niente di nuovo, perché già Leonardo da Vinci cinquecento anni fa diceva che era importante unire arte e scienza".

Aerodinamica attiva. La Huayra è una vettura che ha circa 4.000 componenti, escluso il motore e il cambio: "Partire da un foglio bianco per progettare una nuova vettura e mettere insieme tutti questi componenti - ammette Horacio Pagani - è un lavoro abbastanza arduo. La Huayra è la prima vettura al mondo con l'aerodinamica completamente attiva: ha quattro flap alle estremità, che vengono comandati da una centralina che legge gli angoli di imbardata, le forze laterali, la pressione dei freni, l'angolo di sterzata. La centralina è quindi in grado di capire in quale situazione si trova la macchina in quel momento e in base a quello cambia l'altezza della parte anteriore della vettura e fa lavorare questi flap".

Sperimentazione. Un'automobile ad elevatissime prestazioni - ricordiamo che la Huayra ha più di 700 cavalli, e pesa 1.350 kg - va adeguatamente collaudata su strada: "Abbiamo realizzato cinque prototipi per i test - incalza Pagani - la AMG sta lavorando alle nostre vetture da quattro anni, lo stesso per quanto riguarda la Bosch, che ha sviluppato sistemi di sicurezza quali l'Abs, il traction control e l'Esp. Abbiamo percorso più di 500.000 chilometri con i nostri prototipi e contiamo di raggiungere il milione di chilometri quando completeremo la versione americana. Le due macchine avranno esattamente la stessa meccanica, non ci saranno differenze: semplicemente vogliamo percorrere più chilometri perché riteniamo che i test siano fondamentali per validare tutte le caratteristiche della vettura".

Per l'occasione, abbiamo realizzato una galleria fotografica speciale, con i dettagli della Pagani Huayra commentati dall'ingegner Paolo Massai.

Carlo Di Giusto