Somiglia a qualche altro modello già visto? Forse in qualche dettaglio, ma la nuova Renault Clio quarta generazione va guardata dal vivo e nel suo insieme, per capire quanto la rivoluzione Van Den Acker stia scuotendo la Régie. Il designer ha voluto darle forme muscolose, specie alla zona posteriore, un musetto con un pizzico di aggressività e, dentro, una personalità che non si confonde. Lunga appena qualche centimetro più della Clio III, la IV è invece parecchio più bassa, e anche questo aiuta nell'appeal sportivo. I posti dietro però non hanno perso di comodità – per due persone – solo con qualche limite d'accessibilità per via dell'ingombro interno della porta. A proposito, non si nota subito che la Clio è a cinque porte, perché il loro profilo, al pari delle maniglie, è dissimulato nella fiancata. La versione a tre porte non si farà.
Interni. Davanti c'è spazio abbondante e soprattutto c'è design a profusione: la console centrale, grazie ad un sapiente gioco di livelli, cromature e finiture laccate nere, è in forte rilievo rispetto al resto. Campeggia al centro uno schermo da 7.0 pollici in stile tablet configurabile su due livelli. Smart nav, l'entry level, offre radio, navigatore TomTom, interfaccia Bluetooth anche per l'audio e ingressi Usb. L'uso è molto intuitivo, con grandi icone colorate e la risposta pronta. Per collegare il telefono bastano 30 secondi. Il secondo livello è il pass per entrare in un mondo sempre connesso alla rete fatto di servizi in tempo reale, social network, ricerche interattive, email, insomma più o meno tutto quello che si può fare con uno smartphone o un Tablet. Ovvio che ci vuole una connessione 3G, per la quale si deve pagare un abbonamento, ma le tariffe oggi sono abbastanza contenute. Se vi state chiedendo quanto sia pericoloso leggere le email mentre si guida, sappiate che ci sono dei blocchi insuperabili a determinate funzioni quando l'auto è in movimento e non mancano i comandi vocali.
Come va. Abbiamo guidato su e giù per le colline senesi la versione col motore più nuovo e interessante, il 90 CV tricilindrico da 899 cm3 che, sulla carta, promette consumi irrisori. Non abbiamo nemmeno sfiorato questi record comunque nel complesso non c'è male, la Clio si conferma, com'è sempre stata, un'auto che sa risparmiare. Un'altra conferma, ancora più eclatante, la troviamo sul piano del confort: nessuna vibrazione o rumore dal motore, nessuna dagli arredi, poco o nulla dalla meccanica. Insomma, si viaggia talmente isolati dal fondo stradale che l'unico fastidio, molto modesto, arriva dal fruscio degli specchietti esterni. Già che stiamo guardando il lato sinistro e la plancia, non possiamo non notare che il montante è bello tosto e il rivestimento rosso (ma ce ne sono di tutti i colori) ha dei riflessi pazzeschi sul parabrezza. L'assetto istituzionalmente morbido non peggiora le qualità stradali, che al contrario sono molto migliorate rispetto alla Clio III e a tutte le generazioni precedenti per via del nuovo sterzo. Sicuramente lo ricordate, l'abbiamo definito più volte "artificiale" nella risposta, troppo demoltiplicato, ecc. Ebbene, le nostre invettive sono state ascoltate e ora la Clio fa bella mostra di una scatola guida diretta e precisa, ed è migliorata anche la posizione del volante, regolabile in tutti i sensi.
Prezzi. Sarà in Italia da subito con prezzi allineati alla concorrenza, a partire da 13.500 euro, e sul prossimo numero di Quattroruote c'è tutto quale che resta da sapere.
Da Firenze, Carlo Bellati
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