Inutile nasconderlo. La Suzuki Kizashi parte con l'handicap, anzi, con due: il motore a benzina di 2.4 litri, cilindrata di scarso appeal sul mercato italiano e la carrozzeria a tre volumi, taglio ormai proposto e accettato quasi esclusivamente sulle grandi berline premium. Malgrado queste poco incoraggianti premesse, il primo contatto con la nuova berlina giapponese ci ha lasciato un'ottima impressione, anche in virtù del look ben sviluppato, dello stile è pulito e delle proporzioni ben equilibrate.
Come va. Al volante la Kizashi può dare delle soddisfazioni, per molti aspetti inattese. Il quattro cilindri ha un bel temperamento: è pieno in basso, brillante quanto basta, persino sportivo, ma anche silenzioso e molto ben bilanciato. Tanto che, complice lo sterzo piuttosto pronto e preciso, si è portati a guidare con piglio sportivo. Le traiettorie si impostano e correggono con precisione, il retrotreno è sempre ben sostenuto e le oscillazioni della carrozzeria sono adeguatamente frenate; insomma, un bel feeling con la strada, che cambia poco quando s'inserisce la trazione integrale.
Cvt con paddle al volante. Il motore diventa sgradevole, complice il cambio automatico Cvt, se lo si sfrutta a fondo, per il manifestarsi del tipico effetto "slittamento" delle trasmissioni a variazione continua. In realtà, il sistema simula il funzionamento di un qualsiasi cambio automatico a sei marce, con tanto di paddle dietro il volante per la selezione manuale, che minimizza gli effetti del trascinamento e, probabilmente, aiuta anche a mitigare i consumi: il computer di bordo indica 10-11 litri di benzina ogni 100 km in media.
Anche a trazione anteriore. La Suzuki, comunque, ha in gamma anche una versione 2WD con cambio manuale e, in questo caso, le economie sono ancora più importanti, a cominciare dal prezzo di listino, che cala di 3.000 euro.
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