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Airbag Takata
Cuscini difettosi, ecco perché esplodono

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L'airbag difettoso che ha probabilmente causato il decesso di una giovane donna di Catanzaro riporta all'attenzione pubblica un problema ormai datato, ma ancora oggi fonte di grattacapi per l'industria automobilistica globale. Molte sono le domande inevase, a partire da quanti veicoli, in tutto il mondo, siano ancora coinvolti. Ad alcuni interrogativi, però, si può rispondere. Per esempio: perché esplodono cuscini che, in teoria, sono stati progettati e montati su milioni di vetture per proteggere le vite degli automobilisti?

Il funzionamento. L'immagine sottostante mostra, a grandi linee, il funzionamento degli airbag. Nella parte alta si può vedere il dispositivo "a riposo" e nella parte bassa in piena attività. In caso di incidente, i sensori a bordo veicolo avvisano dell'eventuale urto la centralina di controllo, che a sua volta invia un impulso al sistema di detonazione: una piccola capsula contiene il propellente chimico il quale, esplodendo, gonfia di gas il cuscino.

Cuscini difettosi, ecco perché esplodono

Il nitrato di ammonio. Purtroppo, negli anni è stato accertato un difetto rilevante. In sostanza, la Takata ha utilizzato un propellente particolarmente instabile per le capsule di gonfiaggio. Si tratta del nitrato d'ammonio, un composto chimico dai costi bassissimi impiegato anche per i fertilizzanti, per il giacchio istantaneo e perfino per piccoli ordigni. Tuttavia, le indagini avviate negli ultimi anni da varie autorità in seguito ad alcuni incidenti mortali hanno accertato la sua eccessiva sensibilità agli sbalzi delle temperature e all'umidità: il composto tende così a deteriorarsi nel tempo, trasformandosi anche in una sostanza corrosiva. 

Un'infezione globale. I primi casi di malfunzionamento risalgono al 2008, quando l'ente statunitense Nhtsa avvia un'indagine in seguito a specifiche denunce. Nel 2013, però, arrivano i primi segnali di un vero e proprio tsunami che non esclude alcun marchio: viene colpita perfino la Ferrari. La Takata, così, va in bancarotta sotto il peso di risarcimenti miliardari e le sue attività vengono cedute alla Key Safety Systems. Alla fine, si stima che siano oltre 100 milioni le auto interessate, ma il conto non si ferma mai, né in Italia (attualmente quella di Citroën non è l'unico richiamo in corso: analoghe campagne sono state avviate da Audi, Mercedes e Volkswagen), né nel mondo (di recente sono state interessate la Toyota negli Usa, Chrysler e Dodge in Canada).

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