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Ford Ka
La Ford Ka è l’auto con cui la Casa dell’Ovale Blu presidia il segmento A dal 1996. La Ka propriamente detta è stata prodotta in due generazioni, la prima apparsa nel 1996 e la seconda subentrata invece a listino nel 2008. Quest’ultima è stata poi rimpiazzata dalla Ka+ nel 2016, un modello che, però, fa storia a sé, e che esce dal solco delle progenitrici passando da una carrozzeria a tre porte a una a cinque. Andando in ordine cronologico, la prima Ford Ka era lunga 362 cm e aveva uno stile particolare, con una grande abbondanza di linee curve sia a livello di carrozzeria che di arredi. Proposta dal 2003, anche nella grintosa variante SportKa, e nella stravagante versione spider a due posti StreetKa, ha oggi una diffusione piuttosto limitata. La maggior parte delle inserzioni riguarda infatti la seconda Ka, costruita dalla Ford attraverso una partnership con la Fiat e sviluppata attorno alla stessa base meccanica della 500. La vettura, che mantiene gli ingombri dell’antenata, ha una precisa identità dal punto di vista estetico, fedele ai dettami del cosiddetto Kinetic Design e caratterizzata da un’impostazione moderna.
I MOTORI
L’adozione dei nomi Duratec e Duratorq TDCI non deve trarre in inganno: i motori sotto il cofano delle Ford Ka della seconda generazione sono di derivazione Fiat e appartengono alle famiglie Fire e Multijet. Il più comune è un 1.2 a benzina aspirato da 69 CV, non particolarmente brillante ma comunque a suo agio nell’ambiente urbano. Chi avesse percorrenze annue elevate farebbe invece bene a orientarsi verso l’1.3 turbodiesel, qui proposto solo nella variante da 75 CV. Entrambe le motorizzazioni si trovano abbinate esclusivamente a un classico cambio manuale. Le Ka della prima generazione sono invece equipaggiate con un datato, ma sempre valido, 1.3 a benzina da 69 cv. Solo le versioni speciali SportKa e StreetKa montano un’unità 1.6, a sua volta associata a una trasmissione manuale.
PRO E CONTRO
Anche se a prima vista non è poi così evidente, la parentela della Ford Ka con la Fiat 500 - e di conseguenza anche con la Fiat Panda - è stretta, e fa sì che pregi e difetti ricalchino quelli delle cugine piemontesi. Il cavallo di battaglia della Ka è dunque una grande maneggevolezza, che viene esaltata dalle caratteristiche dello sterzo. Il comando è rapido e pronto e dà al pilota la piacevole sensazione di avere sempre tutto sotto controllo, anche quando si affrontano le curve con una certa disinvoltura. La Ka è divertente e sicura, ma conviene comunque non esagerare, specie se l’esemplare scelto è privo di controllo elettronico della stabilità. Apprezzabile è anche la qualità degli arredi: ogni elemento è costruito con cura e rifinito bene in rapporto alla fascia di mercato. Discreta e nulla più è invece l’abitabilità, con i posti dietro che impongono qualche sacrificio ai passeggeri più alti. Lo stesso giudizio vale per la capacità del bagagliaio: il vano di carico è adatto a far la spesa settimanale, ma non a una lunga vacanza. Il taglio della coda, tra l’altro, penalizza un po’ anche la percezione degli ingombri in manovra.
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I MOTORI
L’adozione dei nomi Duratec e Duratorq TDCI non deve trarre in inganno: i motori sotto il cofano delle Ford Ka della seconda generazione sono di derivazione Fiat e appartengono alle famiglie Fire e Multijet. Il più comune è un 1.2 a benzina aspirato da 69 CV, non particolarmente brillante ma comunque a suo agio nell’ambiente urbano. Chi avesse percorrenze annue elevate farebbe invece bene a orientarsi verso l’1.3 turbodiesel, qui proposto solo nella variante da 75 CV. Entrambe le motorizzazioni si trovano abbinate esclusivamente a un classico cambio manuale. Le Ka della prima generazione sono invece equipaggiate con un datato, ma sempre valido, 1.3 a benzina da 69 cv. Solo le versioni speciali SportKa e StreetKa montano un’unità 1.6, a sua volta associata a una trasmissione manuale.
PRO E CONTRO
Anche se a prima vista non è poi così evidente, la parentela della Ford Ka con la Fiat 500 - e di conseguenza anche con la Fiat Panda - è stretta, e fa sì che pregi e difetti ricalchino quelli delle cugine piemontesi. Il cavallo di battaglia della Ka è dunque una grande maneggevolezza, che viene esaltata dalle caratteristiche dello sterzo. Il comando è rapido e pronto e dà al pilota la piacevole sensazione di avere sempre tutto sotto controllo, anche quando si affrontano le curve con una certa disinvoltura. La Ka è divertente e sicura, ma conviene comunque non esagerare, specie se l’esemplare scelto è privo di controllo elettronico della stabilità. Apprezzabile è anche la qualità degli arredi: ogni elemento è costruito con cura e rifinito bene in rapporto alla fascia di mercato. Discreta e nulla più è invece l’abitabilità, con i posti dietro che impongono qualche sacrificio ai passeggeri più alti. Lo stesso giudizio vale per la capacità del bagagliaio: il vano di carico è adatto a far la spesa settimanale, ma non a una lunga vacanza. Il taglio della coda, tra l’altro, penalizza un po’ anche la percezione degli ingombri in manovra.
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