Fiat RItmo
I MOTORI
La Fiat Ritmo è stata commercializzata con un vasto assortimento di motori. La maggioranza delle vetture di seconda mano inserzionate adotta propulsori a benzina, perché negli anni Ottanta erano pochi gli automobilisti che optavano per il gasolio, soprattutto su vetture di questa categoria. A questo va aggiunto il fatto che il primo diesel aspirato, apparso nel 1980, era piuttosto rumoroso e poco brillante, limiti superati solo nel 1986 con l’arrivo di un 1.9 turbodiesel, più elastico e regolare nell’erogazione. Il fronte a benzina aveva invece come motorizzazioni d’accesso un tranquillo 1.050 e un valido 1.100 montati sulle Ritmo 60, affiancati da un 1.300 configurato in vari modi e destinato alle varie Ritmo 65,70 e 75, tutte cifre che indicano all’incirca la potenza massima erogata. Le più potenti Ritmo 85 e 100 erano spinte rispettivamente da un 1.5 e da un più vivace 1.6. Quanto a brillantezza, il massimo sono le 105 TC e le ancor più sportive 125 e 130 TC Abarth, già da tempo finite nel mirino dei collezionisti e degli amanti delle sportivette.
PRO E CONTRO
La Fiat Ritmo è stata a lungo una bestseller del mercato, grazie alle sue doti indiscutibili. Si tratta infatti di un’auto spaziosa in rapporto agli ingombri esterni e con un interno ben allestito, almeno secondo il metro dell’epoca. Alla guida, si apprezza la sincerità del comportamento stradale, sempre prevedibile e facile da controllare pure da piloti non troppo esperti. Per gestire al meglio la Ritmo è sempre meglio puntare sugli esemplari dotati di servosterzo: diversamente, ci si trova ad azionare un volante che risulta pesante, specie nelle manovre da fermo. Qualche critica riguarda l’impianto frenate e il cambio. Nel primo caso, gli spazi di arresto sono un po’ lunghi e il feedback trasmesso dal pedale lascia un po’ a desiderare. Nel secondo, invece, gli innesti possono rivelarsi poco precisi, specie se si pretende di azionare la leva in modo rapido.