Correre in pista è un’emozione eccezionale: concentrazione al top, le mani che disegnano linee millimetriche attraverso uno sterzo che dev’essere uno strumento a elevata precisione, la gamba destra che imprime sul freno decine di chili di spinta in staccata, il corpo imbrigliato nelle cinture a cinque punti sottoposto a forze g fuori dalla norma. Attenzione però: provare tutte queste sensazioni chiusi in una stanza buia anziché in pista, perché di questo si tratta, è qualcosa di altrettanto straordinario. Sto parlando infatti di simulazione di guida, con il grado di realismo di questi attrezzi che ha raggiunto livelli tali da lasciare basiti anche i più scafati habitué del volante.
Curioso di toccare con mano quanto si sia alzata l’asticella in questo settore in forte crescita, sono andato quindi a far visita alla Wave Italy, azienda specializzata in simulatori e periferiche di guida professionali. Il reparto R&D, dove vengono progettati e costruiti questi gioielli, si trova manco a dirlo nella Motor Valley, a Maranello, mentre il training center è a Verona, in un elegante atelier dove si respira profumo di motorsport appena varchi la soglia d’ingresso.
Il boom del Simracing. Prima, però, breve spiega della questione: il simracing, disciplina che esiste da anni ma che è divenuta celebre in epoca Covid per motivi di clausura, prevede una componente software e una hardware. La prima è rappresentata dal videogioco stesso, più o meno realistico che sia, l’altra sono le periferiche di guida per poter spremere al meglio la parte software, cioè volante, pedaliera e, volendo, una struttura di sostegno con sedile. Ora, nel caso di queste ultime si spazia da prodotti di largo consumo da poche centinaia di euro, fino a prodotti professionali che hanno poco da invidiare agli strumenti di una reale vettura da corsa. Viene da sé che più sono sofisticati - dunque costosi -, maggiori saranno il realismo percepito durante la guida e l’efficacia della propria prestazione. Questo perché nel simracing l’unico feedback che il pilota riceve arriva dal volante e dai pedali, in assenza della lettura dell’asfalto da parte del fondoschiena.
Ecco allora che aziende come la Wave Italy puntano proprio alla maggior sofisticatezza possibile per la realizzazione delle componenti hardware, sia per garantire soddisfazioni al pilota da salotto, ma anche per proporre un vero e proprio strumento di training ad aspiranti piloti o ai professionisti che vogliono allenarsi.

Durante una sessione di training è presente un pilota professionista, per consigli di guida e per analizzare la telemetria
Training da Pro. Dopo un’infarinatura generale mi trovo quindi calato nell’abitacolo del Phoenix Pro, il simulatore top di gamma con scocca da monoposto. L’ideale, appunto, per fare allenamento in maniera seria. Anche perché dietro di me ci sono un pilota professionista che mi fa da tutor e una sofisticata telemetria con 70 canali attraverso cui potrò conoscere ogni più piccola sfumatura del mio stint di guida. L’enorme superficie curva dove vengono proiettate le immagini consente di calarsi ancor di più nel mood e il software, rFactor in versione Pro, dovrebbe garantire il maggior realismo possibile. Ancora, la piattaforma su cui poggia il Phoenix Pro può simulare le forze g, grazie alla movimentazione elettroattuata, e alle cinture di sicurezza e allo schienale attivi: le prime si tendono in staccata e il cuscino si gonfia, in modo da riprodurre le accelerazioni.
L’aspetto che più mi ha impressionato è però la bontà costruttiva e il feedback realistico del volante e della pedaliera. Il primo, che si chiama Wave Impact (acquistabile singolarmente, costa circa 2.000 euro), è di fatto un vero volante da corsa: al centro un display da 4,3 pollici con menu sfogliabile per tutte le informazioni necessarie e una quantità infinita di pulsanti, switch, manettini e pomelli completamente riconfigurabili. Ci sono ovviamente i paddle shift per il cambio e pure per la frizione. Quello che accomuna tutte le componenti è una elevata qualità dei materiali (alluminio, carbonio, plastiche rinforzate), che dà sensazione di consistenza, e un feedback restituito alle mani davvero realistico, sia che si parli dei comandi sia dell’esperienza di guida stessa, con un force feedback davvero ben fatto.
Non è da meno la pedaliera, altro piccolo capolavoro. Disponibile in molte varianti (due o tre pedali, incernierati in basso o in alto, prezzi attorno ai 1.500 euro), è largamente personalizzabile secondo i propri gusti: la posizione della piastra e dei pedali è regolabile millimetricamente in ogni direzione, la forza d’esercizio è settabile su vari livelli, come pure il precarico, ma l’aspetto più straordinario è il feedback del freno, realizzato sfruttando veri dati telemetrici delle vetture da corsa. La modulabilità è impressionante e la spinta che si può imprimere pazzesca: limite massimo di 200 kg e di oltre 100 durante la guida, se ne hai la forza, a prova di staccatori alla Daniel Ricciardo.
C'è anche il Ghepard. Con questo arsenale da professionisti, il confine fra simulazione e realtà è davvero sottile. Ma le stesse sensazioni si possono provare anche in formato più gestibile con il modello Ghepard Maranello, una soluzione all in one che può trovare posto in una stanza, sebbene il posizionamento sia sempre piuttosto premium (prezzi attorno ai 30mila euro). Il design è curatissimo e il ventaglio di personalizzazione molto ampio: dalle finiture del sedile di guida ai colori e ai materiali della scocca, passando per i volanti e le pedaliere, dedicate alle simulazioni Formula oppure GT. Due le versioni: statica o con motion dinamico, con un sistema brevettato che prevede una struttura compatta posizionata nella parte anteriore della struttura.
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