La diffusione degli impianti fotovoltaici procede a ritmi da record (al 31 marzo 2023 gli impianti italiani erano 1.328.633, l’8,4% in più rispetto alla fine del 2022) ma siamo ancora indietro: in Europa siamo preceduti da Germania, Francia e Spagna. A livello mondiale svetta la Cina, seguita dagli Stati Uniti, ma c’è una nazione dove il grande sviluppo di questa fonte di energia sta creando dei problemi alla rete elettrica, tanto da richiedere interventi drastici delle autorità che hanno creato grandi polemiche.
Si tratta dell’Australia, dove sono presenti circa 3,5 milioni di impianti solari, potenzialmente capaci di generare l'energia di sette centrali elettriche alimentate a carbone e in grado di soddisfare quasi la metà della domanda dell’intero Paese. Il fatto è che avere così tanta elettricità non risponde alle esigenze operative del mercato e a volte può essere una sfida: come sappiamo, infatti, l’energia elettrica deve essere sfruttata nel momento in cui viene prodotta e, in assenza di un’adeguata integrazione con la rete, può non seguire i picchi di necessità, o comunque creare problemi di sovrabbondanza.

Ecco, quindi, che nasce la necessità di spegnere (o meglio, scollegare) gli impianti fotovoltaici, in modo da non sovraccaricare la rete: l'intervento si chiama "solar switch-off" e in Australia ha scatenato una vera rivolta, soprattutto del settore industriale, che ha bollato questa scelta come un eccesso di regolamentazione. L'AEMO (Australian Energy Market Operator) si è difesa sostenendo che, sebbene la rete elettrica sia attualmente in grado di gestire alti livelli di generazione solare sui tetti per la maggior parte del tempo, in rare occasioni la combinazione di alcune tensioni sulla rete con un'elevata generazione solare sui tetti può essere una minaccia per la sicurezza e l'affidabilità della fornitura di elettricità.
Semplificando, quando la generazione solare sui tetti è elevata, il fabbisogno di fornitura su scala di rete diventa naturalmente estremamente basso, con conseguente sostituzione dei generatori di rete: tali generatori forniscono una serie di servizi di sistema essenziali, tra cui il controllo della frequenza e della potenza dell’intero sistema, la gestione della tensione, l'inerzia e così via. Se gli impianti fotovoltaici si disconnettono inaspettatamente, in grandi quantità e contemporaneamente da un generatore, la sicurezza del sistema viene messa a rischio, perché non c’è abbastanza carico di riserva per coprire la perdita. Per evitare che si verifichi questo tipo di squilibrio critico l'operatore di rete deve avere il potere di spegnere o "ridurre" da remoto gruppi di impianti solari da alcune parti della rete per evitare che siano la componente dominante.
In realtà, con l'evoluzione della rete e delle tecnologie, la necessità di spegnere arbitrariamente vaste quantità di pannelli solari diventerà superflua, o almeno molto rara. Al contrario, inverter sempre più intelligenti, accumulatori di batterie domestiche, veicoli elettrici con l’opzione V2G (Vehicle-to-Grid) e altre soluzioni intelligenti di gestione dell'energia, aiuteranno le famiglie a ottimizzare il consumo e la produzione di energia solare che proviene dai pannelli installati sui tetti, rendendola una risorsa più prevedibile e flessibile anche per l'operatore di mercato.
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