La seconda gara della stagione 2016 del Mondiale Endurance è stata piena di colpi di scena ed ha creato solo più dubbi che certezze in vista della 24 Ore di Le Mans, rendendo ancora più emozionante l'attesa per la mitica 24 ore della Sarthe. A trionfare alla fine è stata nuovamente l'Audi, già trionfatrice a Silverstone prima che il successo le fosse stato tolto durante le verifiche post gara. Ma in questa occasione non è stata la solita #7, visto che il successo è andato alla R18 e-tron quattro di Lucas di Grassi, Loïc Duval ed Oliver Jarvis.
LMP1 poco affidabili. Ma in realtà la grande protagonista della 6 ore di Spa-Francorchamps è stata finalmente la Toyota, tornata alla ribalta dopo una stagione 2015 con tante ombre e poche luci. La TS050 Hybrid di Anthony-Davidson/Sébastien Buemi/Kazuki Nakajima ha guidato la gara fino all'inizio della quinta ora, quando il giapponese è stato costretto a fermarsi ai box per via di un fumo preoccupante. La rottura del propulsore è stata la causa del ritiro della vettura giapponese. Stessa sorte per l'altra vettura nipponica, un'ora prima con Kobayashi al volante.
Anche in Porsche non sono mancati i problemi, e la squadra tedesca può considerarsi fortunata ad avere agguantato il secondo gradino del podio con Lieb-Dumas-Jani dopo che l'esemplare di punta di fatto è stato estromesso dalla corsa per un grave problema al complesso sistema dell'ibrido all'avantreno verso metà gara.
E comunque Audi ha sì vinto, ma anche la sua R18 #7 ha avuto problemi ai freni e difatti con Fassler ha anche tamponato, danneggiando il musetto, l'Alpine dell'incolpevole Richelmi spedendola in testacoda.
Grande risultato Rebellion. Con tutti i problemi e ritiri patiti dalle squadre ufficiali, a giorne è quindi stata l'équipe francese Rebellion, formazione senza appoggi di Case automobilistiche che è quindi riuscita a piazzare le sue due R-One motorizzate AER in terza e quarta posizione. A salire sul podio sono stati Mathéo Tuscher, Dominik Kraihamer e Alexandre Imperatori, che hanno preceduto la formazione con tutti piloti avversari tra loro in Formula E e cioè Nicolas Prost, Nelson Piquet Jr e Nick Heidfeld.
Lotta anche in LMP2. Persino nella seconda classe dei prototipi non c'è stata tranquillità con una volata finale con protagonista l'Alpine di Lapierre che, con uno spettacolare sorpasso, si è ripreso la posizione ai danni dell'Oreca di Derani che è stata attaccata dalla Ligier di Albuquerque.
Colpo di scena finale in GT. La corsa tra le vetture Gran Turismo è stata praticamente un assolo Ferrari, con "Gimmi" Bruni e James Calado che hanno sempre guidato fino a 10' dal termine, quando la loro 488 GTE si è fermata con il motore ko, lasciando la vittoria alla uguale vettura in mano a Davide Rigon e Sam Bird, che confermano la prima affermazione ottenuta a Silverstone.
Un giro più indietro la Ford GT di Marino Franchitti, Andy Priaulx ed Harry Tincknell, mentre l'altra macchina ufficiale dell'Ovale Blu affidata a Billy Johnson, Stefan Mücke, Olivier Pla è stata autrice di uno spettacolare e per fortuna incruento volo.
Quando era appena salito il tedesco al volante, mentre stava affrontando la compressione dell'Eau Rouge, per un probabile problema al pneumatico posteriore sinistro ha perso il controllo in pieno appoggio. Il botto è stato terribile. La direzione corsa ha fatto subito entrare la safety car per permettere di estrarre dai rottami Mücke, per fortuna cosciente, che è stato portato poi al centro medico del circuito per accertamenti. Howard-Chappell, team manager della Ford-Ganassi, ha dichiarato che il pilota dovrebbe avere preso solo una forte botta alla gamba sinistra. F.C.
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it