Tutti i principali chef la aspettano con ansia, perché una stella in più o in meno può essere fonte del loro successo o delle loro disgrazie. È la "Guida Michelin", la cui ultima edizione italiana è stata appena presentata.

La principale novità di quest'anno è la terza stella assegnata al ristorante Da Vittorio di Brusaporto (Bergamo): i locali italiani premiati dalla "guida rossa" con il suo più alto riconoscimento gastronomico, appunto le tre stelle, salgono così a sei. E gli altri cinque restano Al Sorriso di Soriso (Novara), Dal Pescatore di Canneto sull'Oglio (Mantova), Le Calandre di Rubano (Padova), l'Enoteca Pinchiorri di Firenze e la Pergola dell'hotel Cavalieri Hilton di Roma.

Sono ben sette, invece, i nuovi ristoranti bistellati (in tutto 37) e 24 quelli che hanno conquistato la prima stella, assegnata nel complesso a 229 locali. Quanto alle "retrocessioni", spiccano quella dell'Ambasciata di Quistello (Mantova), che passa da due stelle a una, e soprattutto quella de Il Canto dell'hotel Certosa di Maggiano di Siena, il cui chef - Paolo Lopriore - per la maggior parte della critica è fra i migliori d'Italia, ma che per la "guida rossa" non vale neppure una stella.

Comunque la "Guida Michelin Italia 2010", che segnala anche 234 tavole dal buon rapporto qualità/prezzo (meno di 30-35 euro per tre piatti), non si limita a consigliare solo ristoranti (in tutto 2.392). Offre, infatti, anche una selezione di alberghi (3.914 in tutto) e agriturismo o bed & breakfast (394). Chi è interessato al suo acquisto può trovarla in vendita a partire dal 26 novembre al prezzo di 23 euro.

Emanuele Barbaresi