Girando tra gli stand del Mondial s'avverte che manca qualcosa. Manca quella determinazione su un tema comune, vista tante volte nei Saloni dell'auto in giro per il mondo. Come se le Case si mettessero d'accordo: quest'anno mettiamo tutte l'accento sui biocarburanti, o sull'idrogeno, o sull'auto elettrica. Qui a Parigi non c'è nulla di tutto ciò. Ognuno presenta i suoi modelli e se c'è qualcosa di nuovo tanto meglio, però si capisce che si va un po' in ordine sparso e senza annunci trionfalistici.
Elettriche. Certo, chi ha le elettriche o le ibride le mette in bella vista: Renault e Nissan hanno portato la Fluence Z.E. e la Leaf, Lexus ha presentato la compatta ibrida CT200, che adotta il powertrain della Toyota Prius, mentre Peugeot e Citroën mostrano la piccola elettrica derivata dalla Misubishi i-Miev e la 3008 Hybrid4, versione della crossover Peugeot "ibridizzata" e a trazione integrale grazie a un motore elettrico montato al retrotreno.
Ibride. Anche la Infiniti ha svelato qui al Salone una ibrida basata sulla berlina M: ha un V6 benzina di 3.5 litri e un motore elettrico che grazie a una doppia frizione possono funzionare assieme o separatamente e trasmettono la potenza alle ruote posteriore mediante un cambio automatico a sette marce. Sarà a listino la prossima primavera.
Micro ibride. A ben vedere, però, un protagonista del Salone c'è, anche se poco pubblicizzato: il sistema Stop&Start si sta diffondendo a macchia d'olio sui nuovi modelli o su quelli ristilizzati. Del resto, è un mezzo semplice e poco costoso per abbassare di qualche percento le emissioni di CO2, il che fa gola alle Case che devono rientrare nei limiti fissati dalla Comunità europea. Qui le Case sono tutte d'accordo: se le ibride restano una nicchia (pur in costante crescita) e le elettriche, per ora, una sorta di cosa esotica, le "micro ibride", come qualcuno chiama le vetture dotate di Stop&Start, diventeranno di qui a qualche anno la norma.
Da Parigi, Roberto Boni
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