Cambio al vertice di Quattroruote: a firmare il mensile dell'Editoriale Domus, a partire dal numero di giugno, sarà Gian Luca Pellegrini, che assume la carica di Direttore Responsabile. Al suo fianco, con la qualifica di Condirettore, Massimo Nascimbene. Carlo Cavicchi, direttore uscente, assume la carica delle Relazioni Esterne per il settore automotive della casa editrice. Di seguito, vi proponiamo il suo editoriale pubblicato sul numero di maggio 2014.
Ultima fermata, si scende. Dalla direzione di Quattroruote, ma anche da un ruolo, quello di direttore responsabile, inforcato nella calda estate di 30 anni fa quando ero davvero troppo giovane per l’impresa, e con tutti quelli che ne sapevano di più che vaticinavano che non sarei mai arrivato a mangiare il panettone.
Ricordo l’emozione di quei giorni e la paura di non essere all’altezza. Dall’esterno tutto sembra facile, ma stare sul ponte di comando esalta e stressa con la medesima spinta. Peraltro ho avuto tanta fortuna nella mia carriera, la più grande quando il mio attuale editore mi ha messo nelle mani il timone di Quattroruote, che non è una semplice rivista, ma un meraviglioso e complesso sistema che da fuori non avrei mai immaginato e che da dentro ho subito potuto apprezzare.
Non è facile, allora, dire basta; anche se fin da piccolo ti hanno insegnato che bisogna saper smettere finché sei ancora sulla cresta dell’onda e gli altri non sono stanchi di te. Io ci ho provato, e l’azienda mi è venuta incontro con molta pazienza e tanta comprensione. Ma adesso che scrivo, fatico a essere sereno: se accumuli adrenalina per una vita, sprint dopo sprint, rallentare è un po’ morire.
Sì, è vero, è bello sapere che il tuo lavoro lo porteranno avanti i tuoi più fedeli collaboratori, quelli su cui avevi scommesso e che si sono rivelati vincenti: Gian Luca Pellegrini e Massimo Nascimbene sono due professionisti con i fiocchi che si supereranno giorno dopo giorno per tenere Quattroruote là dove merita. Però realizzare che nulla sarà più uguale, quando sei nato nella prima metà del secolo scorso e il mondo in cui operi guarda al futuro del secolo in corso, mette un po’ d’apprensione.
Nel giro di un lustro, complice una crisi economica che sembra quasi senza fine, il mondo dell’auto s’è rassegnato a sogni timidi, pur con una produzione industriale che sforna di continuo vetture più sicure, più parche nei consumi, sempre meno inquinanti. Visto da fuori sembra un controsenso: cala la domanda e cresce a dismisura l’offerta. è cambiato anche il modo di comperare l’automobile: fino a ieri chi acquistava aveva idee chiare su quello che voleva, andava per segmenti: citycar, utilitaria, media, familiare, coupé, spider. Adesso si ragiona invece per fasce di prezzo: quanto ho da spendere? Quindicimila euro. E allora, che cosa posso prendere con questi soldi? Si va a caccia dell’occasione migliore che risponde meno alle esigenze e più al senso dell’affare. Con grande disagio dei venditori in concessionaria, che non sanno più come trattare con un cliente che magari entra per acquistare una vettura piccolina, ma sbircia oltre; e se trova una Suv a chilometri zero, forse un po’ inutile ma tanto vantaggiosa, se la porta via.
Il segno dei tempi l’ho toccato con mano anche con il sito internet di Quattroruote, che nel 2009 era già un successo perché vantava 860 mila utenti unici al mese; adesso ha passato i 4 milioni e non è sazio, anche se al tempo una crescita del 500% in cinque anni sarebbe parsa un miraggio più che un traguardo. Qualcuno sostiene che lì è il futuro, altri vedono persino oltre, dove un brontosauro come me fatica a distinguere tra illusioni e prospettive.
Lasciare tutto sarebbe stato allora troppo duro: ma l’editore mi ha chiesto di restare ancora al suo fianco. Per continuare a scrivere, per esplorare nuove strade, per mantenere i rapporti consolidati. è sempre sereno da queste parti.
Carlo Cavicchi
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