Il Bangkok International Motor Show (BIMS) accende i riflettori sulla scena automobilistica asiatica con la sua consueta spettacolarità. Tema di questa 46a edizione: “The Talk of Sensuous Automotive”, un omaggio alla connessione emotiva tra automobile e guidatore attraverso design, tecnologia e passione. Ma pure la spiritualità, che qui, più che altrove, gioca un ruolo chiave anche nell'acquisto di un’auto. Nei tre padiglioni fieristici del gigantesco complesso alle porte della capitale, 54 marchi internazionali si sfidano a colpi di innovazione e strategie di mercato. Ci sono i colossi europei come Audi, BMW, Mini, Mercedes e Porsche, i giapponesi Toyota, Suzuki e Honda, e il gruppo Stellantis con Peugeot, Maserati e Jeep. Ma il vero ciclone arriva dalla Cina. Il Dragone non è più un outsider, ma il protagonista assoluto. Brand come Zeekr, Omoda & Jaecoo, Chery, Kinggen, Juneyao, Riddara e Geely debuttano sul mercato thailandese, mentre BYD si prende il palcoscenico con lo stand più grande, esponendo 25 vetture che spaziano dalla citycar al pick-up taglia XXL. Numeri che lasciano pochi dubbi: vogliono conquistare il Sud-Est asiatico e lo stanno facendo con una strategia aggressiva, avviando anche produzioni locali per aggirare i dazi di importazione, che qui possono arrivare fino al 300%.

Innovazioni tecnologiche e mobilità sostenibile. Huawei svela le sue ultime innovazioni nei sistemi di navigazione a bordo, mentre Yadea porta le sue motociclette elettriche per espandere il concetto di mobilità sostenibile. E proprio sulle due ruote, il salone offre un panorama interessante, con un mix di proposte tradizionali e futuristiche. Camminando tra gli stand e poi muovendosi nel caos organizzato della metropoli, il cambiamento è evidente. La Thailandia sta vivendo una trasformazione rapida, con sempre più veicoli elettrici e ibridi in strada, quasi tutti di produttori cinesi. Eppure, il settore automotive sta affrontando turbolenze: la produzione cala, le vendite arrancano, l’indebitamento delle famiglie pesa sulle decisioni d’acquisto. Ma i cinesi stanno giocando d’anticipo, proponendo vetture accessibili e diversificate per attrarre un pubblico sempre più vasto.

L'auto come status (e non solo). In Thailandia l’auto non è solo un mezzo di trasporto, ma anche uno status symbol, un portafortuna o, al contrario, un veicolo di cattivo auspicio. Il colore della carrozzeria, il numero di targa, perfino le lettere della targa possono influenzare il destino di un guidatore. Alcune combinazioni, come “จน”, che significa “povero”, o “ศพ”, “cadavere”, sono evitate, mentre altre considerate positive sono ricercatissime e fanno lievitare i prezzi delle targhe personalizzate. Un dettaglio che evidenzia come tradizione e modernità in questo mercato vadano a braccetto. Il BIMS 2025 è più di una semplice esposizione: è un barometro dell’industria, una finestra su un settore in fermento. La presenza dominante dei brand cinesi solleva interrogativi sul futuro delle Case storiche: riusciranno a difendere le loro quote di mercato o dovranno cedere il passo a questa ondata di innovazione proveniente da Oriente?

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