"Raddoppieremo le nostre vendite in Europa nei prossimi tre anni e raggiungeremo volumi di 500 mila macchine a livello globale nei mercati extra-Stati Uniti entro il 2014". Lo afferma il capo del brand Jeep, Mike Manley. In un colloquio con "Quattroruote" durante il Salone di Ginevra, il manager britannico alla guida del più americano dei marchi del gruppo Fiat-Chrysler ha parlato dei piani futuri, con particolare riguardo al Vecchio continente. Un mercato difficile, dove Jeep lo scorso anno ha perduto circa il 24%. L'obiettivo è di riguadagnarlo in un paio d'anni, e poi andare oltre.

In arrivo una piccola Jeep. L'elemento chiave per raggiungere questo obiettivo sarà la Suv compatta che Jeep sta pianificando per il 2013, sulla piattaforma Small di Fiat, per intenderci quella che fra tre anni troveremo sotto la futura generazione della Punto Evo. La vettura però non sarà così piccola, si tratta di un segmento B-plus, quindi dovrebbe raggiungere i 4 metri e 20, centimetro più centimetro meno. "Più che di un B parlerei di un B Plus", aggiunge Manley. Pur nascendo su una piattaforma di origine italiana, la macchina, secondo Manley, "sarà interamente sviluppata da Jeep".

Si amplierà la gamma 4x2. E vera Jeep dovrebbe esserlo anche nella competenza fuoristradistica. "Dovrà avere la medesima capacità tecnica di affrontare il fuoristrada che ha una Wrangler". Tuttavia, la piccola Jeep sarà offerta anche con la sola trazione anteriore. "Avere in gamma versioni 4x2 non è un disonore per un marchio di 4x4, lo fanno anche altre Case con un heritage fuoristradistico simile al nostro. È una questione di costi, di pesi e soprattutto di contenimento della CO2. Del resto la nostra Patriot negli stessi Stati Uniti viene scelta con due sole ruote motrici dal 50% dei consumatori".

A misura di europeo. Le altre leve su cui il marchio americano punterà per tornare a far breccia nel cuore degli europei sono la cura degli interni ? che non sono mai stati un punto forte delle auto made in Usa ? e una guidabilità più europea. "Stiamo lavorando molto sulla rigidità strutturale, sul tuning delle sospensioni e sull'insonorizzazione. Già sulla rinnovata Compass se ne vedono i primi risultati", sostiene il capo della Jeep. E sui modelli Alfa, Lancia e Maserati, che dovrebbero nascere su base della Grand Cherokee, dice: "Condivisione di componenti, sì, ma avranno un loro sviluppo che ne farà vetture a sé, senza alcuna parentela visibile con la linea Jeep". No comment, invece, sui piani di produzione a Mirafiori.

Da Ginevra, Roberto Lo Vecchio