Se dovesse proseguire la crisi del mercato azionario, allora le vendite di auto scenderanno rispetto al 2014: questo, in buona sostanza, il monito lanciato dalla China Automobiles Dealers Association. Un campanello d'allarme da non sottovalutare, che potrebbe preludere al primo calo del mercato cinese dopo 17 anni di crescita ininterrotta.
La Cina s'è fermata. Nel corso di un'intervista rilasciata a Bloomberg, il segretario generale dell'associazione Luo Lei ha dichiarato che secondo le proiezioni esiste anche uno scenario meno negativo: con un'eventuale stabilizzazione della borsa ci si può aspettare una moderata crescita del mercato, compresa tra l'1% e il 2% rispetto alla chiusura del 2014. Briciole, rispetto agli anni passati: nel decennio 2005-2014, l'incremento medio è stato del 17%.
Le Case in aiuto dei concessionari. "Il calo della borsa colpisce la fiducia dei consumatori, che non spendono più sulle auto come negli anni scorsi", ha osservato Lei. "I concessionari stanno offrendo generosi incentivi, sacrificando così i loro margini", secondo il segretario dell'organizzazione. I dealer cinesi, in effetti, non stanno attraversando il momento più felice: a sostegno della sua rete di vendita locale, l'Audi erogherà presto un'iniezione di liquidità da circa 180 milioni di euro, secondo recenti indiscrezioni.
Incertezza all'orizzonte. Una decisione tutt'altro che isolata: misure analoghe (ma di portata ancora maggiore) sono state già deliberate da Volkswagen, BMW e Toyota. I Costruttori, preoccupati dalla situazione, tagliano così all'unisono le stime di crescita: l'Audi punta a pareggiare con le 580.000 vetture commercializzate nel 2014, e se la Ford prevede una chiusura negativa per il mercato nel suo complesso, Psa e Mazda si aspettano un inasprimento della "guerra dei prezzi". Uno scenario inaspettato, e sorprendentemente simile a certe recenti vicende europee.
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