Il mercato dell'auto italiano ha assistito a un crollo senza precedenti a marzo. Colpa, ovviamente, delle misure di isolamento messe in atto dalle autorità nazionali e regionali per contrastare la diffusione del coronavirus. Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, lo scorso mese sono state immatricolate 28.326 vetture, l'85,42% in meno rispetto a un anno fa (85,6 secondo l'elaborazione dell'Unrae diffusa nelle scorse ore).
Il primo trimestre. L'andamento della domanda a marzo trascina, di conseguenza, in ribasso i dati del primo trimestre. Le immatricolazioni sono pari a 347.193 unità, con un calo del 35,47% rispetto ai primi tre mesi del 2019.
FCA. Il gruppo FCA ha immatricolato a marzo solo 4.692 veicoli, il 90,28% in meno rispetto a un anno fa. L'andamento dei vari marchi vede la Fiat flettere del 91,18% (2.794), Lancia del 91,55% (514), Alfa Romeo dell'88,88% (271), Jeep dell'86,48% (1.070) e Maserati del 77,34% (29).
PSA. La francese PSA, con 3.430 immatricolazioni, subisce una flessione dell'89,24%. La Citroën perde l'89,19% (1.031), la DS il 78,59% (79), la Opel il 92,55% (824) e la Peugeot l'86,28% (1.496).
Volkswagen. Le immatricolazioni del gruppo Volkswagen, pari a 4.548, crollano dell'84,61%, con il marchio omonimo in discesa dell'86,83% (2.316), l'Audi dell'81,22% (1.208), la Seat dell'89,95% (283) e la Skoda del 73,25%. La Lamborghini limita le perdite a un -8,33% ma con solo 22 vetture commercializzate.
Renault e Ford. Ai piedi del podio si piazza il gruppo Renault, con 2.917 immatricolazioni e un crollo dell'86,07%, frutto di una contrazione dell'86,1% per la marca omonima e dell'86,03% per la Dacia. In forte flessione anche la Ford, con 1.759 registrazioni e un -85,74%.
Daimler e BMW. Dati fortemente negativi anche per la BMW e la Daimler. Il costruttore bavarese, con 1.072 registrazioni, perde l'87,5%: il marchio dell'Elica scende dell'88,6% e la Mini dell'84,34%. Il gruppo di Stoccarda immatricola 1.756 veicoli e registra un -79,82% con la Mercedes-Benz in discesa del 74,91% e la Smart del 93,02%.
Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota, con 1.218 immatricolazioni, flette dell'87%, con il marchio omonimo in calo dell'86,95% e la Lexus dell'87,52%. La Nissan perde l'85,32% (686 immatricolazioni), la Suzuki il 57,49% (1.208), la Mazda l'89,26% (147), la Honda l'84,14% (142), la Mitsubishi l'80,62% (118) e la Subaru il 47,59% (87). La coreana Hyundai scende dell'83,2% (783) e la consociata Kia del 59,05% (1.624).
Solo Tesla e Aston Martin positive. Nel segmento premium la Volvo, con 653 immatricolazioni, subisce un crollo del 69,01% e il gruppo Jaguar Land Rover, con 666, del 66,75%. La Tesla e l'Aston Martin sono i soli marchi in territorio positivo: la Casa californiana, con 424 immatricolazioni, sale del 57,62%, mentre il costruttore britannico mette a segno un +100%, ma solo perché passa da una a due immatricolazioni.
Panda sempre in cima. La Panda è sempre in testa alla classifica dei modelli più popolari, grazie a 1.188 immatricolazioni. Al secondo posto si piazza la Renault Clio, con 806, e al terzo la Dacia Duster, con 761. Seguono, nell'ordine, la Jeep Renegade (678), la Volkswagen T-Roc (599), la Lancia Ypsilon (514), la Peugeot 3008 (513), la Mercedes Classe A (503), la Citroën C3 (486) e la Fiat 500X (462).
Nuovo boom per le elettriche. Sul fronte delle alimentazioni, prosegue la crescita delle elettriche. Le auto a batteria assistono, infatti, a una crescita del 48,9% e arrivano al 3,2% del mercato (0,3% nel marzo 2019). Male tutte le altre: -87,4% per le auto a benzina, -88% per i diesel, -82,6% per le Gpl, -73,1% per il metano, -63,8% per ibride, -15,3% per le ibride plug-in.
Crollano tutti i canali. In termini di canali di vendita, nessuno mostra dati positivi. I privati flettono dell'82,4%, il noleggio dell'87,7% (-97,9% per la componente di breve termine, -79,8% per il lungo termine) e le società del 91,1%, con le autoimmatricolazioni in discesa del 95,7%.
Si salva l'usato. Il mercato dell'usato limita, infine, le perdite rispetto al nuovo. A marzo i trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture, sono pari a 142.230, il 62,33% in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Nel primo trimestre la flessione è del 26,98%, con 818.618 trasferimenti.
Il commento dell’Unrae. "La risoluzione in tempi non brevi della drammatica crisi sanitaria da Covid-19, con gli effetti che la chiusura avrà sull’economia, e il tracollo, senza precedenti nella sua dimensione e velocità, del mercato auto che abbiamo visto nelle scorse settimane lasciano presagire una pesantissima caduta del mercato auto nel 2020, che potrebbe chiudere, nel migliore dei casi, intorno a 1.300.000 unità, un terzo in meno rispetto al 2019", ha commentato il presidente dell’Unrae, Michele Crisci. "L’impatto di un blocco di due o tre mesi sarebbe comunque devastante per l’intero settore automotive in Italia e in particolare per la filiera della distribuzione e assistenza, con il concreto rischio di chiusura di numerose imprese del comparto, per mancanza di fatturato e conseguente crisi di liquidità, e di perdita di una quota consistente dei 160.000 occupati”. “L'Unrae - conclude il numero uno dell’associazione delle case automobilistiche estere – chiede quindi al governo l’adozione di misure assolutamente improrogabili a sostegno di un settore che contribuisce al 10% del Pil e genera circa 80 miliardi di euro annui di gettito fiscale, al fine di evitare la crisi irrisolvibile di numerose imprese del comparto e scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro. Tra i provvedimenti da adottare già in sede di decreto Cura Italia occorre intervenire immediatamente con misure di sostegno finanziario per proteggere la liquidità dei concessionari ed evitare il crollo dell’intero sistema”.
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