Non si arresta l’ormai inesorabile caduta del mercato automobilistico italiano. A marzo, stando ai dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono risultate pari a 119.497 unità, in calo del 29,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il declino, più profondo rispetto al -19,7% di gennaio e al -22,6% di febbraio, è legato a diversi fattori, tra cui l’attesa per gli incentivi, le conseguenze della persistente carenza di prodotto per colpa della crisi dei chip e il calo della fiducia dei consumatori per effetto dell’incertezza macro-economica, del rincaro delle bollette o della guerra in Ucraina. Tra l’altro, sono sempre più lontani anche i livelli pre-Covid: rispetto a marzo 2019, la flessione è del 37,9%. Di conseguenza, il consuntivo del primo trimestre mostra 338.258 immatricolazioni, il 24,4% in meno sul 2021 (-2% sul 2020, -36,5% sul 2019).
Stellantis. A marzo, il gruppo Stellantis ha immatricolato 43.426 auto, il 36,6% in meno rispetto a un anno fa. La maggior parte dei nove marchi chiude il mese in territorio negativo: -34,5% per l'Alfa Romeo (813 immatricolazioni), -20,7% per la Citroën (7.039), -41% per la Fiat (15.582), -40% per la Jeep (4.417), -29,2% per la Lancia (3.608), -41,7% per la Maserati (133), -38,1% per la Opel (4.584) e 42,5% per la Peugeot (6.593). In controtendenza solo DS, con un +50,7% (657).
Gruppo Volkswagen. Andamento negativo anche per quasi tutti i marchi di proprietà dei tedeschi di Wolfsburg: le immatricolazioni totali sono 18.547, per una flessione del 29,6%. L'Audi perde il 13,6% (5.552 registrazioni), la Seat il 48,1% (1.412), la Skoda il 38% (1.848) e la Volkswagen il 35,1% (8.892). Si salvano la Cupra, con un aumento del 59,5% e 815 registrazioni, e la Lamborghini (+33,3% ma solo 28 targhe).
Renault e Ford. I francesi chiudono marzo con un calo del 14,5% e 12.183 immatricolazioni. Di queste, 5.221 sono del marchio della Losanga (-40,1%), mentre la Dacia registra 6.962 unità, il 26% in più. In flessione anche la Ford, con 7.642 immatricolazioni e un -29,2%.
BMW e Daimler. Per il gruppo di Monaco le registrazioni sono 5.278, il 33,3% in meno rispetto a marzo dello scorso anno, per effetto del -28,7% della BMW (4.100 immatricolazioni) e del -45,5% della Mini (1.178). Negativi pure i numeri della Mercedes-Benz: con 4.932 registrazioni, perde il 26,6%, con il brand della Stella a tre punte in discesa del 22,4% (4.559) e la Smart in calo del 56% (373).
Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 7.823 veicoli e flette del 15,8%: il marchio omonimo, con 7.430 targhe, scende del 15,5% e la Lexus, con 393, perde il 20%. In discesa anche la Suzuki con un -44,1% (2.114 unità), la Nissan con un -25,5% (2.537), la Mazda con un -34% (966), la Mitsubishi con un -46,9% (203), e la Subaru, con un -44,5% (156). La Honda, invece, sale dell’11,3% grazie a 609 immatricolazioni. Segno meno anche per le coreane: con 2.905 immatricolazioni, la Hyundai scende del 37,5%, mentre la consociata Kia, con 4.102 unità, cala dell’1,7%.
Giù Volvo e JLR. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo registra 1.226 vetture perdendo il 36,3%, mentre il gruppo Jaguar Land Rover subisce una contrazione del 69,9%: le immatricolazioni sono 735, di cui 286 per il marchio del Giaguaro (-57,3%) e 449 per il brand delle fuoristrada (-74,7%). In flessione anche la Tesla (1.956 immatricolazioni e -22,8%). Salgono invece la Ferrari (+44,6% e 94 targhe) e la Porsche (+11% e 738 registrazioni).
Gli altri brand. Tra gli altri marchi presenti sul mercato italiano c'è da segnalare l’ennesimo boom della DR: con 1.504 immatricolazioni segna un incremento del 163,4%, superando nelle consegne diversi marchi generalisti. Tra i brand con vetture di origine cinese, la Lynk & Co ha consegnato 31 esemplari e la MG 542.
La top ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda, con 10.209 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Citroën C3 (4.906) e la terza dalla Lancia Ypsilon (3.608). Seguono, nell'ordine, la Dacia Sandero (3.019), la Ford Puma (2.923), la Peugeot 208 (2.864), la Toyota Yaris (2.792), la Dacia Duster (2.763), la Renault Captur (2.626) e la Jeep Compass (2.371).
Si salvano solo le ibride. A marzo prosegue il calo delle immatricolazioni di auto a benzina e gasolio: -37,6% per le prime e -39,2% per le diesel. Tra le bifuel aumentano le Gpl (+6,9%), mentre quelle a metano - complice l'aumento dei prezzi del gas - flettono del 69,9%. Tra le vetture elettrificate, limitano le perdite solo le ibride, con un -14,8% e una quota in aumento dal 27% al 32,5%, a fronte del 27,3% delle benzina (31% a marzo 2021) e del 21,1% delle diesel (24,5%). Le auto a batteria scendono, invece, del 38,8% e vedono la loro penetrazione contrarsi dal 4,3% al 3,7%. Infine, le ibride ricaricabili perdono il 21,5% ma salgono dal 4,5% al 5% del mercato.
Model Y prima tra le Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, perde la prima posizione la Fiat Nuova 500, scesa al terzo posto (495 targhe) e superata dalla Model Y (678) e dalla Dacia Spring (516). Seguono la Tesla Model 3 (378), la Smart Fortwo (314), la Mini (155), la Peugeot 208 (141), la Renault Zoe (111), la Hyundai Kona (109) e la Volkswagen ID.3 (86).
L'andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati calano del 29,7%, il noleggio a lungo termine del 20,3% e le società del 16,9%. Pesante la contrazione delle autoimmatricolazioni (-37,9%) e del noleggio a breve termine (-47,5%).
Cala la CO2. Le emissioni medie di CO2 risultano pari a 118,6 g/km, in calo del 3,3% rispetto ai 122,7 dello stesso mese dello scorso anno. A marzo sono state immatricolate 4.511 auto (3,7% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 5.644 vetture (4,7% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 82.514 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, il 68% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 23.506 auto (19,4% del mercato) con emissioni comprese tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono stati 2.278 (1,9% del mercato).
Il commento dell'Unrae. Nel commentare l’andamento delle immatricolazioni, l’associazione delle Case estere punta il dito soprattutto sui ritardi nell’implementazione dei nuovi incentivi. “Gli annunci e la conseguente aspettativa degli incentivi stanno di fatto paralizzando il mercato ormai da mesi e, se il Governo non provvede a emanare con urgenza il decreto attuativo che li rende fruibili, si rischia di aggravare e prolungare ulteriormente la crisi delle immatricolazioni” avverte il presidente Michele Crisci, ribadendo anche la necessità di estendere i tempi di consegna dei veicoli prenotati o già acquistati: “Il prolungamento a 360 giorni dei termini di consegna è un provvedimento indispensabile per ovviare ai problemi ormai endemici delle catene di fornitura internazionali, aggravati dal conflitto in Ucraina, che costringono le Case automobilistiche a rallentare la produzione e ritardare le consegne. È necessario inoltre che il decreto attuativo – aggiunge Crisci – non escluda dai sostegni all’acquisto nessuno dei soggetti interessati, comprendendo quindi oltre alle persone fisiche anche le persone giuridiche (aziende e società di noleggio) e non imponga tetti di prezzo ribassati rispetto agli incentivi precedenti, che avevano dimostrato tutta la loro efficacia”.
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