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Mercato

Mercato italiano
La ripresa prosegue anche a febbraio: +17,5%

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Il mercato italiano dell'auto prosegue lungo il percorso della crescita a doppia. Secondo i dati del ministero dei Trasporti, a febbraio sono state immatricolate 130.365 vetture, con una crescita anno su anno del 17,5%, che porta il consuntivo del primo bimestre a 268.689 registrazioni (+ 18,3%). Il netto miglioramento è legato a due fattori: da una parte, la maggior disponibilità di prodotto presso le reti di vendita; dall’altra, l’effetto statistico legato alla bassa base di confronto con lo scorso inverno, particolarmente penalizzato dalle conseguenze della crisi dei semiconduttori sulle attività produttive dei costruttori. Il reale termometro del mercato lo fornisce il confronto con i livelli pre-pandemia del 2019 elaborato dall’Unrae: le registrazioni, infatti, risultano in declino di ben il 26% a febbraio e del 24% nei primi due mesi.

Stellantis. A febbraio, il gruppo Stellantis conta 41.765 auto immatricolate, lo 0,6% in meno rispetto a un anno fa. Tra i vari marchi, in crescita del 172,4% Alfa Romeo (1.757 targhe grazie alla Tonale), del 38,5% DS (644), del 32,8% Jeep (6.247) e del 103,9% Maserati (261). In calo tutti gli altri: -2,7% per Citroën (4.695), -4,7% per Fiat (15.306), -36,9% per Lancia (2.457), -9,5% per Opel  (4.017) e -6,6% per Peugeot (6.472).

Gruppo Volkswagen. Per Wolfsburg, le targhe totali sono 21.885, per un incremento delle immatricolazioni del 41,9%. L'Audi cresce del 27,3% (5.566 registrazioni), la Cupra del 142,8% (1.112), la Lamborghini del 50% (39), la Skoda del 34,8% (2.682) e la Volkswagen del 56,6% (11.381). In calo la Seat: -15,8% con 1.105 auto targate.

Renault e Ford. Il gruppo francese guidato da Luca de Meo chiude il mese di febbraio con un balzo del 40% e 14.621 immatricolazioni. Di queste, 6.822 sono del marchio della Losanga (+28,8%) e 7.799 della Dacia (+51,6%). Performance negative per la Ford: le 7.440 targhe implicano una flessione del 14,1%.

BMW e Daimler. Per il costruttore di Monaco le registrazioni sono 6.213, il 5,1% in più rispetto a un anno fa: il marchio BMW cresce del 4,6% a 4.446 immatricolazioni e la Mini del 6,2% a 1.767. In spolvero la Mercedes-Benz, con un +24% e 4.621 vetture registrate. Il brand della Stella a tre punte sale del 23,7% (4.212 immatricolazioni) e la Smart del 27% (409).

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 8.822 veicoli e guadagna il 40,4%: il marchio delle tre ellissi, con 8.641 targhe, sale del 46,5%, mentre la Lexus, con 181 auto, perde il 52,6%. Andamento positivo anche per la Suzuki (+4,5%, 2.520 unità registrate), la Mazda (+41,9%, 1.335), la Nissan (+54,2%, 3.364) e la Subaru (+6,9%, 185). Male la Honda (-34,3% e 473 targhe) e la Mitsubishi (-34,7% e 128 unità immatricolate). Contrastate le Case coreane: con 3.624 immatricolazioni, la Hyundai perde lo 0,2%, mentre la consociata Kia guadagna il 12,2% (4.053 vetture).

Premium e sportive. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo immatricola 1.476 vetture, il 43,2% in più rispetto a un anno fa, e il gruppo Jaguar Land Rover 995 (+72,4%), di cui 107 per il marchio del Giaguaro (-36,7%) e 888 per il brand delle fuoristrada (+117,7%). In fortissima crescita la Tesla, con un +370,6% (1.313 elettriche immatricolate). Nel segmento delle sportive di lusso la Porsche balza dell’83,1% (639), mentre la Ferrari perde il 27,9 % (44).

Gli altri brand. Anche a febbaio prosegue il trend più che positivo della DR (3.076 vetture, +94,1%) e, tra i marchi di origine cinese, della Lynk & Co (422 auto, +191%) e della MG (1.028, +137,4%).

La top ten delle auto più gettonate. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda con 7.985 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Dacia Sandero (4.573) e la terza dalla Fiat 500 (4.200). Seguono, nell'ordine, la Jeep Renegade (3.953), la Volkswagen T-Roc (3.652), la Toyota Yaris Cross (3.469), la Citroën C3 (3.108), la Dacia Duster (2.813), la Renault Captur (2.652) e la Ford Puma (2.552).

L'andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita è il noleggio a sostenere la domanda, a dimostrazione dell’efficacia dell’ampliamento della platea dei beneficiari degli incentivi proprio alle persone giuridiche. I privati, infatti, crescono del 2,9%, ma il noleggio a lungo termine vola a +54,8% e quello a breve a +147,7%. Bene anche le società, con un +32,7%. Le autoimmatricolazioni, invece, flettono del 6,4%.

Boom per le elettriche. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione mostra una forte ripresa per le elettriche dopo diversi mesi di costante declino: +54,7% e una quota in risalita dal 2,8% al 3,7% del mercato. Positive anche le motorizzazioni tradizionali, con le auto a benzina in aumento del 16,5%, ma con una discesa dal 26,4% al 26,1% del mercato. Le diesel, invece, crescono di solo l’1,5% e vedono la loro quota contrarsi dal 22,2% al 19,2%. In spolvero anche le Gpl, con un +44,1% e una penetrazione che supera la soglia del 10% (passa dall’8,2% al 10,1%), mentre le vetture a metano subiscono un crollo dell’81,8% e scendono dall’1,2% allo 0,2%. Crescita continua per le ibride, che mettono a segno un +25,3% e passano dal 34,3% al 36,5%. Sul fronte delle vetture alla spina, le plug-in guadagnano il 2,2%, perdendo però quote di mercato (dal 4,9% al 4,2%).

La classifica delle Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, il primo posto è occupato dalla Tesla Model Y, con 1.116 immatricolazioni, quasi il doppio della seconda, la Fiat Nuova 500, ferma a 538. Alla terza di piazza la Smart fortwo, con 409. Seguono la Renault Megane (403), la Renault Twingo (203), la Tesla Model 3 (192), la Peugeot 208 (158), l’Audi Q4 e-tron (147), la MG4 (134) e la Polestar 2 (111).

Emissioni. L’andamento delle varie alimentazioni influisce ancora sulle emissioni: la CO2 media è pari a 120,4 g/km, in aumento dell’1,2% rispetto ai 119 dello stesso mese dell'anno scorso. A febbraio sono state immatricolate 5.105 auto (3,9% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 5.060 vetture (3,8% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 86.209 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 65,1% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 31.580 auto (23,9% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 2.245 (1,7%).

Il commento dell'Unrae. Nell'analizzare l’andamento del mercato, l’Unrae parla di un “altro gradino verso il recupero dei volumi persi nel 2022, ma il suo presidente Michele Crisci coglie l’occasione per tornare a parlare dello stop alle auto a combustione per il 2035: “L’industria automobilistica è pronta a raccogliere la sfida delle emissioni zero in applicazione del principio della neutralità tecnologica. Ma tale obiettivo potrà essere raggiunto solo attraverso un coordinamento stabile e programmato tra industria, mercato e istituzioni e attraverso i necessari sostegni”. Senza queste condizioni, l’Italia rischia di diventare il fanalino di coda in Europa e di trasformarsi in un paese di serie B. “L’industria italiana va difesa e rilanciata non con azioni protezionistiche, anche di tipo commerciale, ma creando le condizioni per portarla tecnologicamente all’altezza delle altre aziende europee e mondiali. Il nostro Paese non merita di perdere questa opportunità di crescita e sviluppo”, sottolinea Crisci, secondo il quale bisogna non solo accelerare la diffusione delle infrastrutture per la ricarica, ma anche fornire rassicurazioni ai consumatori “circa piani e strategie per la cui realizzazione sono necessari incentivi" che però, secondo l’Unrae, "devono essere meglio congegnati rispetto a quelli attuali”. L’associazione propone, per esempio, di eliminare il price cap o di ripristinare la soglia unica di 50 mila euro, includere tra i beneficiari tutte le persone giuridiche oppure allungare i termini per il completamento delle prenotazioni ecobonus a 360 giorni.

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