Ricaricare un’auto elettrica nel proprio box è, senza dubbio, la soluzione più pratica e conveniente per chi sceglie la mobilità elettrica. Non solo perché la ricarica pubblica è spesso più costosa, ma anche perché le infrastrutture non sono sempre capillari e possono presentare inconvenienti: colonnine occupate, guasti o tempi di attesa lunghi. Con la rete domestica, invece, si ha la certezza di poter ricaricare in modo programmato e sicuro, sfruttando le fasce orarie più vantaggiose. Il risparmio rispetto a un’auto termica è evidente, ma per capire quanto si spende davvero è necessario analizzare alcuni fattori chiave.
Quanto costa l'energia elettrica a casa?
Secondo ARERA, nel 2025 il prezzo di riferimento per il cliente tipo è di 31,28 centesimi/kWh, cifra che include non solo il costo dell’energia ma anche trasporto, gestione del contatore, oneri di sistema e imposte. Naturalmente, il prezzo effettivo dipende dal contratto sottoscritto e dal gestore, perché le tariffe sono numerose e variabili. Tuttavia, anche considerando queste differenze, il vantaggio economico rispetto alla benzina rimane significativo. Chi ricarica a casa può pianificare i consumi e sfruttare le fasce orarie più convenienti, riducendo ulteriormente la spesa.
Risparmio rispetto a un'auto termica
Per capire meglio, prendiamo un esempio concreto: la Fiat Grande Panda, disponibile sia in versione elettrica sia ibrida. Con il motore a benzina, il consumo medio rilevato è di 18,3 km/l, che si traduce in una spesa di circa 9,29 euro ogni 100 km. Con la versione elettrica, invece, il consumo medio è di 5,7 km/kWh: ricaricando a casa a 0,31 €/kWh, il costo per percorrere 100 km scende a 5,43 euro. Un risparmio netto, che diventa ancora più interessante se si considerano altri vantaggi dell’elettrico, come esenzione o riduzione del bollo e minori spese di manutenzione.
Ricarica domestica vs pubblica
La differenza di costo tra ricarica domestica e pubblica è notevole. Una ricarica completa può costare circa 13 euro a casa, mentre presso una colonnina HPC senza abbonamenti può arrivare a 39 euro. Certo, esistono abbonamenti e promozioni che riducono il prezzo, ma l’ordine di grandezza resta quello: ricaricare nel proprio box è molto più conveniente. Inoltre, la ricarica domestica offre la comodità di programmare i tempi e sfruttare le fasce orarie più economiche, evitando sorprese e spese impreviste.
Agevolazioni e potenza extra
Un’opportunità interessante è l’iniziativa ARERA-GSE, valida fino al 30 giugno 2027, che consente di aumentare gratuitamente la potenza a 6 kW nelle ore notturne (23:00-07:00), la domenica e nei giorni festivi. Questo non riduce il costo dell’energia, ma dimezza i tempi di ricarica per chi ha un’utenza da 3 kW. Per aderire, serve un contatore elettronico idoneo e una wallbox controllabile da remoto, e la richiesta va fatta tramite il portale GSE con SPID. Un vantaggio che può fare la differenza per chi ricarica spesso.
Serve cambiare contratto?
Non è obbligatorio, ma conviene valutare tariffe dedicate alla ricarica notturna. Alcuni operatori offrono soluzioni mirate:
- Enel Drive Fix Luce: energia a costo zero dalle 00:00 alle 07:00 (fino a 140 kWh/mese) con canone di 27 € e wallbox inclusa.
- E.ON Luce Drive Smarty: fascia notturna senza corrispettivo variabile al PUN, canone 11 €/mese.
Queste offerte permettono di ridurre la spesa e ottimizzare la ricarica, ma è importante leggere bene le condizioni e confrontare le opzioni disponibili.
Occhio alle dispersioni d’energia
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda le dispersioni energetiche durante la ricarica. Per riempire la batteria da 37,3 kWh della Leapmotor T03, il vostro impianto non erogherà esattamente quel quantitativo, ma alcuni kWh in più: 44,2 kWh secondo i nostri test. Questo surplus, dovuto al riscaldamento dei cavi e alla perdita di efficienza, va pagato ma non si traduce in autonomia su strada.
L’efficienza di un impianto domestico è circa 80-85%, mentre sale al 95% con colonnine pubbliche in corrente alternata e arriva al 98-99% con quelle HPC in corrente continua. Tradotto: alle HPC pagherete quasi esattamente ciò che caricate, mentre a casa il costo reale sarà leggermente superiore a quello calcolato sulla capacità nominale della batteria.
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