Come complicare le cose al punto da renderle inapplicabili. Succede quando il legislatore interviene in ambiti e procedure di cui non sa nulla, di cui non conosce le implicazioni, di cui ignora il funzionamento. In effetti, fin dai tempi di Maria Antonietta, capita che gli inquilini del palazzo non sappiano cosa succede appena fuori.
Sconto del 20%. Anzi, del 30%... Ma facciamo un passo indietro. Da più di un anno in Parlamento si parla di sconto del 20% sulle multe. Un primo disegno di legge di iniziativa parlamentare fu presentato nel luglio 2012 ma l'allora Governo Monti aveva ben altro per la testa sicché il provvedimento finì nel dimenticatoio. Un paio di mesi fa alcuni deputati di maggioranza e opposizione l'hanno tirato fuori dal cassetto e riproposto pari pari. E hanno trovato terreno fertile in un Governo politico alla disperata ricerca del consenso. Un paio di settimane fa il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, nel corso di un'audizione alla camera si è dichiarato entusiasta di questa proposta. E ha rilanciato. Macché 20%, lo sconto dev'essere del 30%.
?ma solo se non si sono persi punti. Detto fatto. Non solo. Siccome l'argomento è di quelli sensibili, un nervo scoperto per milioni di italiani, e i titoloni sui quotidiani, quando se ne parla, sono assicurati, il vecchio disegno di legge si è miracolosamente trasformato in un emendamento al cosiddetto Decreto del fare, in discussione a Montecitorio. Emendamento che, più o meno, recita così: l'importo delle multe è ridotto "del 30% se il pagamento è effettuato entro cinque giorni dalla contestazione o dalla notificazione". Lo sconto, comunque, non si applicherebbe alle violazioni che prevedono la confisca del veicolo o la sospensione della patente. E fin qui tutto bene. Qualcuno, però, in fase di scrittura del testo, evidentemente per temperare la maggiore generosità "pecuniaria", ha aggiunto un'altra condizione: "e se il trasgressore non sia incorso, per il periodo di due anni, in violazioni di norme di comportamento del presente codice da cui derivino decurtazioni del punteggio".
Norma inapplicabile. E qui casca l'asino, nella fattispecie il legislatore. Già, perché non è possibile sapere se nei due anni precedenti la violazione il trasgressore abbia perso punteggio. I punti, infatti, sono materialmente decurtati dall'Anagrafe degli abilitati alla guida, l'ufficio del ministero delle Infrastrutture a ciò deputato, solo quando il procedimento è "definito", cosa che può avvenire, in caso di contestazione successiva, mesi dopo la violazione (anni in caso di contenzioso). Insomma, c'è il rischio di fare uno sconto a chi non ne avrebbe diritto. Ma che in quel momento ha pieno titolo a ottenere perché l'ente che ha accertato la violazione (e lui stesso, in molti casi) non è in grado di sapere se è già in corso l'iter che potrebbe portare a una decurtazione. In quel caso, ovviamente, l'ente, non esistendo il presupposto per lo sconto, che pure è stato "costretto" a fare, sarà poi obbligato a recuperare (come?) la somma indebitamente scontata. Con tutti i rischi (in termini di efficacia) e i costi (in termini di tempo e spese amministrative) che un recupero comporta. Insomma, un capolavoro.
Mario Rossi
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