Non si sa ancora praticamente nulla della crossover che, al prossimo Salone di Ginevra (3-13 marzo), segnerà il ritorno della De Tomaso sul mercato. Ma abbiamo fatto due chiacchiere in anteprima con l'imprenditore Gian Mario Rossignolo, ex manager Fiat che ha rilevato il marchio modenese, e abbiamo scoperto particolari interessanti (come anticipato su "Quattroruote" di dicembre).
Segreta fino all'ultimo. Una volta visionati i primi rendering, cerchiamo di capire qualcosa in più della SLC (sigla del progetto che sta per Sport Luxury Crossover) in attesa che venga scelto un nome ufficiale, dopo che "Tosca" è stato definitivamente scartato. Innanzitutto proviamo a indagare sul perché di tutto questo mistero. "Forse abbiamo esagerato col riserbo - ci confessa Rossignolo - ma l'abbiamo fatto soltanto per aumentare la suspence, anche perché rimango convinto che il marchio De Tomaso, nonostante sia scomparso da molto, goda ancora di un'altissima reputazione".
Design. La linea è stata affidata al Centro stile Pininfarina e, giusto per fare un paragone con proporzioni e forme di qualche modello già sul mercato, riprende l'andamento della coda e il portellone posteriore della BMW serie 5 GT, il taglio dei finestrini posteriori dalla Porsche Panamera e il frontale dalla Lexus RX 450h. A questo proposito il figlio, Edoardo Rossignolo, ha commentato: "Stiamo ancora lavorando per definire alcuni particolari, come i 'tagli' nelle fiancate: ma al 95% l'auto è definitiva".
Motorizzazioni. Per quanto riguarda i propulsori, invece, scopriamo qualche dato più preciso: "Avremo tre varianti: due a benzina, un V6 da 300 CV e un V8 sovralimentato da 550, e un turbodiesel a sei cilindri da 250 CV". Tutte e tre avranno la trazione integrale, ma per quanto riguarda la meccanica le bocche rimangono cucite: "Abbiamo promesso ai nostri partner di mantenere l'informazione riservata fino al lancio". Non resta che attendere il mese di marzo.
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