
"La Rocketman rappresenta una nuova direzione del design Mini. Quando pensiamo al futuro dobbiamo sempre ritrovare le origini e la tradizione del marchio. È una concept importantissima."
Così Anders Warming, neo capo dello stile di Mini, ci racconta tutti i segreti della piccola a tre posti, mostrata in anteprima a Milano all'Istituto Europeo design. Al momento non è stato ancora deciso se l'erede "spirituale" della Minor darà origine a un modello di serie: in BMW attendono di valutare la risposta del pubblico e sarà positiva allora la Rocketman potrebbe entrare in produzione tra cinque anni. Ma torniamo al presente.
Così la Rocketman è un tributo alla Mini originale. Come è nata quest'idea?
Pensavamo a un'auto piccola, a realizzare una vettura cittadina in grado di offrire tanto spazio in pochi metri, come la prima Mini. Ma la cosa più importante era mantenere un linguaggio stilistico esclusivo su di un'auto di dimensioni contenute.
Si notano tanti nuovi elementi, come i particolari fari. Li ritroveremo sui prossimi modelli di serie?
I fari trasmettono un messaggio tecnologico: vogliamo utilizzare i led per rendere ancora più iconico il volto della Mini. La calandra è un'immagine del passato proiettata in avanti. Inoltre abbiamo impiegato materiali innovativi come la fibra di carbonio per le prese s'aria e per altre componenti con uno scopo ben preciso: in futuro le automobili dovranno essere sempre più leggere e sostenibili.
Come si è trovato a lavorare in spazi così ridotti, disegnare un'auto di 3.5 metri è una sfida impegnativa?
Sicuramente è dura, ma fa parte della nostra storia. Sir Alec Issigonis ci è riuscito 50 anni fa. Oggi, però, ci sono molto più regole da rispettare: sicurezza attiva, protezione del pedone e altre norme che abbiamo dovuto seguire nel realizzare la Rocketman. Anche per questo è abbastanza larga.
Che pianale avete utilizzato, quello della Mini "classica"?
Sì, ma questa concept al momento è solo un'idea per il futuro. Può evolversi in tante direzioni.
Tanti nuovi modelli in arrivo nei prossimi anni, coupé, speedster e Paceman. Insomma, una gamma "maxi" da gestire...
Mini un tempo era solo una macchina, oggi è una marca. Però, la definizione Mini è ben chiara: vuole dire avere le auto più piccole nel proprio segmento di appartenenza.
Una ricetta sempre valida. Quando finisce la chiacchierata, Anders Warming ci invita ad avvicinarci alla Rocketman per mostrarci delle peculiarità del nuovo stile: linee più nette, superfici pulite, e in particolare alcune scanalature all'altezza del passaruota caratterizzano il profilo laterale della vettura. Piccoli ma decisivi tocchi che aggiugono vivacità a una ricetta preparata più di 50 anni fa.
Daniele Sparisci
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