La Jazz, la cui seconda generazione arriva nelle concessionarie italiane il 12 ottobre, è sempre una Jazz. L'auto con cui la Honda tre anni fa entrò di prepotenza in un settore, quello delle utilitarie della classe Yaris, dove fino a quel momento nel nostro Paese non era mai stata, è diventata a suo modo una piccola icona, che non aveva senso stravolgere. La nuova, quindi, resta riconoscibile nell'aspetto, nell'architettura da piccola monovolume, che è stata anzi accentuata, e in alcune soluzioni tecniche, come il serbatoio collocato sotto i sedili anteriori per guadagnare spazio a bordo.
Eppure la nuova Jazz ha voltato pagina rispetto al modello uscente. E lo si capisce quando ci si mette alla guida. Intanto, gli interni sono meglio concepiti, con soltanto un difetto: il devioluci e il comando dei tergi sono nascosti dalle razze del volante. I sedili offrono un ottimo supporto per la schiena ed è piuttosto facile trovare la posizione ideale adesso che il volante ha anche la regolazione telescopica. Se il sedile di guida si potesse abbassare ulteriormente sarebbe persino meglio. E poi basta guardare quel volantino dal taglio sportivo e dalla forma ergonomica, piacevolissimo da impugnare, e ti viene subito voglia di girare la chiave e partire.
Ci avviamo con prudenza, però. La generazione precedente ce la ricordiamo bene. Se, a velocità un po' sostenuta, malauguratamente incontravi un ostacolo, poteva richiedere una buona dose di fatica fisica e di abilità per evitare un testacoda, complice uno sterzo piuttosto vago e lento nella risposta. Sulla nuova lo sterzo, sempre con servoassistenza elettrica, non è certo diretto. E, però, è notevolmente migliorato. Tutto il comportamento dinamico a dire il vero è migliorato: adesso la Jazz s'inserisce in curva con sicurezza, con un sottosterzo meno marcato di prima e un rollio tutto sommato contenuto.
Il merito? Beh, sicuramente della geometria delle sospensioni riveduta, della carreggiata più larga, del passo allungato (di ben 5 cm) e, sull'esemplare da noi provato, anche delle gomme da 16 pollici. Il motore - abbiamo guidato la 1.4 - ha guadagnato una manciata di CV rispetto alla vecchia Jazz, per 100 totali, ma non è certo un propulsore che t'invogli a correre, complice anche una rapportatura del cambio manuale a cinque marce più orientata a contenere i consumi che a esaltare le prestazioni. La sua dote migliore invece è la silenziosità e la regolarità di funzionamento, mentre sul quadro strumenti una freccetta verde ti suggerisce quando inserire la marcia superiore per ridurre i consumi.
La Jazz 1.2 (anche questa con motore a benzina, rinnovato rispetto a quello precedente, sempre ad alzata variabile delle valvole e che eroga 90 CV) viene offerta sul mercato a 11.500 euro nell'allestimento base, che prevede - tra l'altro - sei airbag, poggiatesta anteriori attivi, alzavetri anteriori e specchietti elettrici (ma non il climatizzatore né il controllo elettronico di stabilità). Per la 1200 Elegance, climatizzata e meglio rifinita, ce ne vogliono 13.950. Le versioni 1.4 vanno dai 14.950 della Elegance (questa ha anche l'Esp di serie) ai 17.050 della Exclusive, impreziosita da un tetto di vetro davvero panoramico.
Roberto Lo Vecchio
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it