Il motore era atteso, nella gamma Peugeot 208, e da metà giugno sarà disponibile. Tre cilindri, 1.2 turbo a iniezione diretta di benzina, con 110 cavalli e Start&Stop. Un po' la quadratura del cerchio. Ma il restyling della due volumi francese, a poco più di tre anni dal lancio, non si ferma certo qui, anche se quella del motore PureTech "110 CV" resta una delle novità più succose. Non bisogna infatti dimenticare il facelift (paraurti, calandra, fendinebbia, e i gruppi ottici posteriori a Led), l'aggiornamento del sistema multimediale (con il sistema MirrorScreen), l'introduzione dell'allestimento GT Line, le nuove tinte opache testurizzate, i pacchetti di personalizzazione, il sistema anticollisione Active city brake (attivo sotto i 30 orari) e la retrocamera di parcheggio.
Lacuna colmata. Ma torniamo all'1.2 turbo, che mancava in gamma: infatti, tra l'1.2 aspirato da 82 cavalli (sul quale si sta lavorando per realizzare la versione GPL, prevista per il 2016) e il performante 1.6 THP da 208, c'era praticamente un "buco". Ora anche chi cerca maggiori prestazioni nelle versioni benzina, potrà trovare soddisfazione. Perché l'1.2 da 110 cavalli si adatta molto bene allo spirito dinamico della 208, offrendo quel salto, in fatto di brillantezza, che davvero non guasta. Bastano pochi chilometri alla guida per rendersene conto, sulle strade ondulate e ordinate della Stiria (Austria). Il nostro esemplare è in versione tre porte, con cambio manuale a 5 marce. È ben bilanciato, il tre cilindri, e non trasmette vibrazioni sul volante o sui pedali. La risposta è corposa, docile sin dai regimi più bassi: poi, basta arrivare ai 1.500 giri per avere a disposizione il picco di coppia di 205 Nm.
Motore e prestazioni. Si viaggia dunque in modo vivace, anche senza spingere più di tanto sull'acceleratore. Il range di utilizzo ideale resta sui 1.500-3.500 giri, e già così lo spunto è buono, anche perché la 208 è leggera. Quindi, un motore elastico, come serve oggi, che offre prestazioni molto interessanti e non "protesta" neppure quando si affrontano le salite con le marce alte. Non sembra invece gradire oltremisura i regimi più elevati: intendiamoci, arriva senza problemi ai 6.200 giri (poi il limitatore interviene come una scimitarra), ma il meglio sembra offrirlo prima. Non è, né vuole essere, un motore sportivo, ma di sicuro rappresenta il giusto compromesso tra brillantezza e consumi (a proposito, nel nostro test abbiamo ottenuto l'ottima media di 6,6 litri per 100 chilometri).
Cinque manuale o sei automatico. Al motore è abbinato un cambio manuale a 5 marce, dagli innesti lunghi e dalla frizione piuttosto corta e pesante. Non è un fulmine, sfrutta comunque bene la cubatura e la disponibilità di coppia del turbo: quasi certamente, però, qui un "sei marce" avrebbe fatto un figurone. Abbiamo avuto modo di saggiare anche l'automatico a sei marce Aisin (prezzo, 1.150 euro): ebbene, si tratta di un cambio piuttosto turistico, abbastanza fluido e ben intonato al motore, che consente di viaggiare in souplesse in modo ancor più confortevole. Privo di paddle, presenta la scalata all'indietro tramite il selettore e il tastino Sport, per una risposta più reattiva.
Sempre bella su strada. La 208 si conferma gradevole e divertente da guidare: il volante piccolo favorisce una buona prontezza in fase di inserimento in curva, poi la vettura si appoggia sicura sulla gommatura 195/55 da 16". L'assetto corposo, inoltre, risulta un valido compromesso tra le esigenze della guida e quelle del confort. Con il vantaggio, qui, di poter disporre di un bel po' di cavalli in più.
Da Graz (Austria), Andrea Stassano
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