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Hyundai
In anteprima al volante della i30 N - VIDEO

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La Hyundai che non ti aspetti, la i30 N. Ma pure il modello che doveva arrivare, se guardiamo solo alla mole di novità che il Gruppo coreano ha lanciato, solo negli ultimi due anni. Una sportiva estrema? No, e non doveva neppure esserlo, considerato l’approccio filosofico del marchio. Piuttosto la i30 N è la compatta prestazionale che deve restare sempre abbordabile, su strada e in pista, anche da chi pilota non è. Quella che, nelle intenzioni, riuscite, dei progettisti, deve offrire il miglior bilanciamento possibile tra le varie componenti. Rivali? Potrebbero essere la Seat Leon Cupra e la Peugeot 308 GTi, tanto per citarne un paio. Ah, “N” è il marchio sportivo che sta per Namyang, sede dei test di tanti modelli Hyundai in Corea del Sud, e, appunto, Nürburgring, dove questa i30 N è stata torchiata dal team dello Hyundai Motor europe Technical center, a due passi dal famoso circuito.     

Abbiamo guidato la Hyundai i30 N. N come Nürburgring

Ancora camuffata. E noi troviamo la cinque porte proprio nel piazzale del centro tecnico. È un vero test in anteprima, questo, sulle strade adiacenti al mitico “inferno verde”: l’esemplare, infatti, è un prototipo, tutto camuffato, uno di quelli utilizzati per le prove prestazionali e di affidabilità qui, sulla terribile Nordschleife. Dove si possono condensare, in verità a un ritmo indiavolato, anni di utilizzo in qualche centinaio di giri. Non siamo soli a bordo, con noi c’è l’ingegnere Alexander Eicher, capo dello Sviluppo vetture test ad alte prestazioni. Degli interni posso vedere bene il sedile sportivo, che mi fascia bene sui fianchi e ha la regolazione continua dello schienale, oltre alla seduta allungabile. Noto con piacere la classica leva del freno a mano, mentre nella strumentazione sportiva spiccano i Led progressivi al centro, per la cambiata “full throttle”. Il sistema multimediale pare quello dell’ultima generazione del Gruppo, mentre il resto è occultato da mascherature e potrebbe ancora subire qualche modifica, prima del lancio previsto per fine anno.

Doppia anima. Prima marcia ingranata e si va. Il motore due litri turbo è molto pastoso e regolare ai bassi regimi e consente subito di passare in quarta-quinta. Risponde già bene così, e siamo solo in modalità Normal. Il nostro è il più potente dei due propulsori in programma: ha poco meno di 300 CV, mentre sarebbe prevista anche una variante da 250 CV, con coppia analoga. Dunque proviamo la i30 N più potente, equipaggiata con il Performance pack, che sull’esemplare del test includeva: cerchi di lega da 19”, impianto frenante maggiorato, ammortizzatori e molle differenti dalla N con i 18”, e il differenziale autobloccante elettronico completo di frizione. Insomma, la variante più cattiva, quella più orientata all’utilizzo in pista. Giochiamo con il comando (anch’esso camuffato) sulla razza sinistra e passiamo alla modalità Sport: la risposta del motore è più pronta e il carico volante aumenta. Il 2.0 litri non è iper-cattivo, ma sfodera una bella spinta e altrettanta progressione, che lo porta a sfiorare - ti avvisano le luci - sui 6.700 giri, quando interviene un limitatore non brusco. Ma la curiosità è tanta, quindi premiamo il pulsante sulla razza destra e ci troviamo in N mode (e c’è pure una posizione “Custom”, personalizzabile), come ci conferma pure il monitor centrale. Tutto è tirato come le corde di un violino e la cosa diventa evidente sui fondi molto ondulati: si sente tutto e le asperità vengono trasmesse quasi in diretta. A questo punto l’assetto regolabile (con ammortizzatori a smorzamento variabile) diventa pistaiolo, il sound finalmente convincente e si comincia a spingere davvero. Ma la i30 N resta intuitiva e divertente, oltre che aggrappata tenacemente all’asfalto, tanto da rendere abbordabili anche le sequenze di curve più strette e sinuose.

Più insisti, più tiene. Insomma, la coreana ti dà fiducia e te la senti bene nelle mani, che per mia scelta tengo avvinghiate al volante. La grande gommatura Pirelli P Zero da 19” (235/35), marchiata “HN”, tende infatti a copiare un po’ i fondi irregolari e l’effetto viene trasmesso allo sterzo, anche quando si tirano le marce basse con un certo angolo volante. Nulla di trascendentale, ed è da mettere in conto, quando si dispone di tanta cavalleria all’avantreno. Il differenziale autobloccante, inoltre, garantisce una bella trazione all’uscita dalle curve lente, rendendo efficace l’i30 sportiva anche in questo frangente. Da rimarcare la buona taratura dei controlli elettronici, che non hanno ricadute negative sulla guidabilità neppure se inseriti in toto o in parte. Il cambio manuale a sei marce si manovra bene: è specifico, più corto d’innesti degli altri di serie ed è solo lievemente contrastato. Dà sicurezza anche nella guida impegnata, con una frizione non pesante e ben modulabile: ecco, non ha il feeling di certi cambi “muscolari” nipponici. Inoltre, c’è pure il Rev matching, che in pratica è un’accelerata automatica in scalata, che preserva la trasmissione e impedisce reazioni scomposte sulla dinamica della vettura.

Da Adenau, Andrea Stassano

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