Senza tirare in ballo le hypercar, parlare di sportività e di prestazioni non è più un tabù neanche quando in gioco ci sono i motori ibridi: ne è un fulgido esempio la nuova Lexus LC500h che, senza tradire gli obiettivi di risparmio del carburante, arriva in concessionaria a settembre con numeri da giocare molto interessanti (che ne dite di uno 0-100 in 5 secondi?). Un assaggio l’avete già avuto lo scorso dicembre, quando vi abbiamo proposto una guidata della versione preserie. Ora tutto è pronto per il debutto e da Monaco di Baviera si viaggia fino in Italia a bordo di una fiammante LC500h Sport+, in listino a 115.500 euro. Allo stesso prezzo c’è anche la versione 8V da 5 litri e 477 CV.
LC sta per Luxury Coupé, dimensioni e status lo confermano: 4 metri e 77 di lunghezza e un po’ più di 1.800 kg sulla bilancia ne fanno una GT in piena regola, ma a colpire a prima vista non sono le dimensioni, ma il design. La nuova coupé Lexus riprende quasi invariati tantissimi dettagli della concept LF-LC, che ha fatto girare la testa a molti nel 2012. Mi aspetto molti commenti in calce a questo primo contatto proprio riguardo l’estetica, sulla quale notoriamente non prendiamo posizione. Nelle quattro nazioni attraversate in questo tour, ad ogni modo, gli sguardi dei passanti erano intensi e meravigliati: a vederla muoversi in mezzo alle altre auto sembra una scultura che improvvisamente ha preso vita.

Una vitalità, come detto all’inizio, che ben si sente sotto l’acceleratore, nel volante e nel sedile di guida, per altro rigido ma comodissimo. La dinamica ricorda molto una BMW a trazione posteriore (pare che la Serie 6 sia la concorrente più accreditata) con uno sterzo che rivela una certa pesantezza in velocità non sgradevole, pur mantenendosi incisivo e diretto. Nella versione Sport+ in esame ci sono quattro importanti dispositivi volti proprio ad esaltare la guida dinamica: differenziale autobloccante Torsen, retrotreno sterzante, ruote da 21 pollici, aerodinamica e sospensioni attive, oltre a vari dettagli di carbonio.
Multi Stage Hybrid System è un nome un po’ ostico che spicca sulla carrozzeria della LC500h e racchiude una innovazione per ora inedita (che però riguarderà tutte le nuove Lexus ibride). L’obiettivo è minimizzare la mancanza di linearità tra l'incremento di giri del motore e l'aumento della velocità, ben noto ai guidatori di Prius, a favore di una progressione più naturale del motore a benzina e dei suoi annessi elettrici, utilizzando ancora gl’ingranaggi epicicloidali ma ponendo a valle un vero cambio automatico a tre marce più overdrive, per un totale di dieci rapporti. Per una spiegazione ancor più dettagliata del funzionamento vi rimando di nuovo all’articolo del nostro ing. Roberto Boni, ma sappiate che nell’uso pratico il sistema funziona e bene. Non sempre è chiaro in quale marcia ci si trovi, ma i paddle sotto il volante rispondono bene in modalità manuale. Siamo lontani dalle performance di un cambio Ferrari o di un Pdk nell’uso sportivo, ma la LC, l’ho detto all’inizio, è una granturismo, non una hypercar.

La cifra più rilevante della nuova LC (a parte il prezzo) è, a mio parere, il confort assoluto di marcia. Di rado ho guidato auto dove il rumore di rotolamento dei pneumatici (runflat, quindi strutturalmente rigidi, addirittura /35 al retrotreno) viene assorbito in modo totale e assoluto dalle strutture delle sospensioni: merito, senza dubbio, dei duomi pressofusi di alluminio e delle barre d’irrigidimento aggiunti agli attacchi della scocca. Anche l’aerodinamica è curatissima e fruscii non se ne sentono.
Non finisce qui con la Lexus LC500h: l’esemplare in prova è in viaggio per Vairano e fra breve saremo pronti per un test completo, dove altri numeri ci daranno un giudizio ancora più approfondito: uno però lo voglio dire subito, ed è il consumo del mio test lungo oltre 400 km. La media è stata di 10,5 km litro, comprendendo puntate a oltre 220 all’ora sulle Autobahn e tratti cittadini di traffico intenso (dove però, si sa, l’ibrido dà il meglio). Vi assicuro che non è male.
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