La DR5, comparsa una decina d’anni fa come low cost venduta direttamente nei centri commerciali, ritorna in versione Evo. La nuova crossover, quanto a ingombri e linee, appare poco modificata, ma in realtà è un nuovo modello, più ricco di contenuti sotto tutti i punti di vista, dall'infotainment alla sicurezza. La ricetta resta la stessa: l’auto, in fin dei conti, è la versione molisana della cinese Chery, arrivata alla generazione denominata Tiggo 3, da noi sconosciuta (ma esportata, per esempio, in Russia e in Sud America), e offre tanta sostanza in rapporto a un prezzo invitante. Rispetto a un decennio fa, però, il “made in China” ha fatto passi avanti notevoli, come si è visto pure in altri campi, dagli smartphone ai personal computer. In questo caso, soprattutto grazie alla collaborazione di aziende europee che sanno il fatto loro nei campi dei motori, dei telai e dell'alimentazione.
Millesei soltanto 4X2.In attesa della versione 4x4, che sarà disponibile soltanto sulla 2.0, per ora soltanto annunciata, la 1.6 bifuel benzina-Gpl a trazione anteriore si propone come parsimoniosa e spaziosa auto tuttofare, adatta a una famiglia. In sostanza è una crossover di dimensioni medie: 442 centimetri di lunghezza, ruota di scorta inclusa, impreziosita da nuovi gruppi ottici, griglia e, soprattutto, dalla carrozzeria bicolore dell’allestimento Cross. All’interno, si trova una plancia molto migliorata in termini di qualità e design, con al centro un touch screen da 8” per il sistema d'infotainment e l’integrazione con gli smartphone attraverso la funzione mirroring (il display, tra le altre funzioni, include la telecamera posteriore, con tanto di traiettorie). Tra i difetti, però, resta l’assenza della regolazione in profondità del piantone dello sterzo. Per trovare la giusta distanza si deve intervenire sull’altezza della seduta: ottima la visibilità davanti, mentre dietro è limitata dal lunotto sottile.

Cuore austriaco, gas italiano. La Evo5 in prova e una bifuel benzina-Gpl. Nel cofano batte un quattro cilindri 1.6 da 126 CV, sviluppato dalla Avl di Graz (Austria), mentre l’impianto a gas è della piemontese Brc. La bombola toroidale nel vano posteriore sottrae spazio ai bagagli, ma e senz'altro un buon investimento (di 1.000 euro) per risparmiare al distributore. Sarebbe fuori luogo aspettarsi miracoli da un aspirato di media cubatura, seppur dotato di fasatura variabile, però rispetto al passato i progressi sono tangibili. La rumorosità, difetto che avevamo sottolineato nella prova della prima DR5 (provata a febbraio 2008), si e molto ridotta, mentre l’erogazione è ora morbida e gradevole, fino ai più alti regimi (oltre i 6.000 giri, dove c’è la potenza massima). La Evo5 si muove con disinvoltura, senza evidenziare difetti. Anzi, quello che colpisce favorevolmente è l’impressione di solidità, oltre al discreto feeling dello sterzo e al corretto comportamento del comparto sospensioni. Si viaggia bene, insomma, grazie anche al lavoro di affinamento dell’assetto di un altro partner europeo dal nome importante, la Lotus engineering. Rispetto al precedente modello, infine, si è anche colmata qualche grave lacuna in fatto di dotazioni per la sicurezza. Se il principale difetto della prima DR5 era l’assenza dell'Esp (non disponibile tra gli optional), ora il dispositivo è di serie, disinseribile, ben calibrato negli interventi e, dunque, rassicurante. E c'e anche l’assistenza alle partenze in salita. Mancano, invece, gli avvisi di rischio collisione, angoli bui e superamento di corsia, così come la frenata automatica.
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