Nel 2023, la produzione di conglomerato bituminoso (asfalto) è salita del 12% rispetto all'anno prima, a 35 milioni di tonnellate. Uno sviluppo dovuto soprattutto agli appalti Anas, che fanno da traino anche nel periodo gennaio-marzo 2024, con aspettative di ulteriore crescita. Sono questi i dati diffusi del Siteb, l’associazione strade italiane e bitumi. Dopo gli anni bui, col calo dei lavori causato dal boom di costi energetici e materie prime, ora c'è un graduale ritorno ai livelli pre-crisi. In particolare, si era toccato il fondo nel 2016, con solo 22,3 milioni di euro in attività di costruzione e manutenzione di strade.
Statali da rifare. Permangono comunque criticità ovunque, soprattutto su alcune statali dove mancano modifiche al tracciato e lavori di manutenzione del manto stradale. Diversi enti locali non dispongono di budget adeguati, mentre in Emilia-Romagna e in altre Regioni appenniniche sono ancora bloccate parecchie strade, paralizzate in seguito all’alluvione dello scorso anno.
Progetti cercasi. Inoltre, il Piano nazionale di ripresa e sviluppo va a rilento. "Mancano numerosi progetti, senza i quali non si può procedere né agli appalti né tantomeno all’esecuzione delle opere", spiega Alessandro Pesaresi, presidente del Siteb: "Il nostro Paese necessita infine di un inserimento di nuove figure negli enti committenti di lavori stradali, ossia di tecnici nei Comuni piccoli e nelle Province". E proprio la necessità di intervenire, soprattutto con la prevenzione, è l'oggetto di una nostra recente intervista con Pesaresi, in cui si spiega come si è arrivati al "paesaggio lunare" che oggi caratterizza molte delle strade italiane.
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