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BMW Z3
La Z3 è l’auto con cui la BMW è rientrata nel segmento delle roadster nella seconda metà degli anni Novanta. Divenuta celebre al lancio per la sua apparizione nel film 007 - Golden Eye, con al volante l’agente segreto James Bond, questa due posti alterna linee moderne a espliciti richiami a vetture del passato, come mostrano bene le branchie sulle fiancate, ispirate alla leggendaria 507. Nel 1999 la Z3 ha beneficiato di un leggero restyling, che ha toccato soprattutto la zona posteriore della carrozzeria e in particolare le luci, il fascione paraurti e i parafanghi, divenuti più muscolosi. In occasione di questo aggiornamento, è stata rivista anche la gamma motori, con l’arrivo di unità più potenti. Dal 1998 in poi la famiglia si è ampliata con il lancio della Z3 Coupé, caratterizzata dalla sagoma originale del tetto, una via di mezzo tra una hatchback e una shooting-brake.<
I MOTORI
La BMW Z3, rigorosamente a trazione posteriore, è stata proposta solo con motori a benzina. A differenza di altri marchi, infatti, la Casa di Monaco non ha mai creduto nell’abbinamento tra spider e turbodieel. Proposta inizialmente solo con unità a quattro cilindri 1.8 e 1.9, la Z3 ha visto debuttare nel suo lungo cofano anche più raffinate e prestanti motorizzazioni a sei cilindri. La punta di diamante è la Z3M, spinta dal 3.2 da 321 CV ereditato dalla M3 dell’epoca e divenuta famosa per il suo comportamento esuberante, difficile da tenere a bada in assenza di controlli elettronici. Decisamente più gestibili sono invece le versioni 3.0 e 2.8, che oggi sono le più ambite dai cultori del modello e che sono anche le uniche disponibili in alternativa alla M sulla Z3 Coupé. A completare l’offerta sul fronte roadster ci sono poi le varianti 2.0, 2.2 e 2.5, da tempo finite nel mirino degli appassionati del genere youngtimer.
PRO E CONTRO
Uno dei punti di forza della BMW Z3 è il suo fascino. L’elemento di spicco è la forma particolare del muso, con le estremità un po’ arrotondate, che hanno però il difetto di non lasciare intuire bene gli esatti ingombri. Il posto di guida è ben impostato, con un assetto sportivo, ma non sacrificato. La plancia è gradevole e denota un attento studio ergonomico, al pari dei sedili, molto accoglienti. Promosse a pieni voti anche le finiture, con una pregevole cura per i dettagli e materiali di prima qualità per la maggior parte dei componenti. I limiti sono più che altro dovuti alle dimensioni: l’abitacolo è molto raccolto e il bagagliaio accoglie giusto una valigia di medie dimensioni e qualche borsa morbida. In viaggio, si apprezza l’ottima stabilità, che non viene meno neppure quando si effettuano repentini cambi di direzione. L’assetto, tra l’altro, filtra piuttosto bene le sconnessioni, a vantaggio di un confort che è minato solo dalla rumorosità alle andature più sostenute. Ottima infine la frenata, potente, ben modulabile e resistente alle sollecitazioni più intense.
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I MOTORI
La BMW Z3, rigorosamente a trazione posteriore, è stata proposta solo con motori a benzina. A differenza di altri marchi, infatti, la Casa di Monaco non ha mai creduto nell’abbinamento tra spider e turbodieel. Proposta inizialmente solo con unità a quattro cilindri 1.8 e 1.9, la Z3 ha visto debuttare nel suo lungo cofano anche più raffinate e prestanti motorizzazioni a sei cilindri. La punta di diamante è la Z3M, spinta dal 3.2 da 321 CV ereditato dalla M3 dell’epoca e divenuta famosa per il suo comportamento esuberante, difficile da tenere a bada in assenza di controlli elettronici. Decisamente più gestibili sono invece le versioni 3.0 e 2.8, che oggi sono le più ambite dai cultori del modello e che sono anche le uniche disponibili in alternativa alla M sulla Z3 Coupé. A completare l’offerta sul fronte roadster ci sono poi le varianti 2.0, 2.2 e 2.5, da tempo finite nel mirino degli appassionati del genere youngtimer.
PRO E CONTRO
Uno dei punti di forza della BMW Z3 è il suo fascino. L’elemento di spicco è la forma particolare del muso, con le estremità un po’ arrotondate, che hanno però il difetto di non lasciare intuire bene gli esatti ingombri. Il posto di guida è ben impostato, con un assetto sportivo, ma non sacrificato. La plancia è gradevole e denota un attento studio ergonomico, al pari dei sedili, molto accoglienti. Promosse a pieni voti anche le finiture, con una pregevole cura per i dettagli e materiali di prima qualità per la maggior parte dei componenti. I limiti sono più che altro dovuti alle dimensioni: l’abitacolo è molto raccolto e il bagagliaio accoglie giusto una valigia di medie dimensioni e qualche borsa morbida. In viaggio, si apprezza l’ottima stabilità, che non viene meno neppure quando si effettuano repentini cambi di direzione. L’assetto, tra l’altro, filtra piuttosto bene le sconnessioni, a vantaggio di un confort che è minato solo dalla rumorosità alle andature più sostenute. Ottima infine la frenata, potente, ben modulabile e resistente alle sollecitazioni più intense.
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