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Renault Vel Satis
La Renault Vel Satis è stata l’ammiraglia della Casa francese che, nei primi anni Duemila, ha cercato di sfidare le classiche vetture a tre volumi del segmento E con una formula inconsueta. La Vel Satis, nome che unisce i concetti di Vélocité e Satisfaction, è infatti una sorta di crossover, progettata per abbinare un comportamento stradale da berlina a un’abitabilità degna quasi di una monovolume. I progettisti si sono impegnati per dare alla vettura un’impostazione più raffinata rispetto agli altri modelli della gamma della Régie, soprattutto a bordo degli esemplari della versione Initiale, la più ricca del listino. Questo allestimento è caratterizzato tra le altre cose da inserti di legno, da un’elettronica di alto livello per gli standard dell’epoca e da sedili ampi, che offrono enormi possibilità di regolazione: basti pensare che lo schienale è diviso in due sezioni e si può variare l’inclinazione della parte alta separatamente da quella bassa. La plancia della Vel Satis è ampia, con numerosi vani portaoggetti e tutti i comandi a portata di mano, con l’eccezione di quelli della climatizzazione, un po’ in basso e poco visibili dietro la leva del cambio manuale, quando si selezionano le marce dispari. In compenso l’impianto è efficace e dà la possibilità ai passeggeri posteriori di gestire flussi e temperature in modo indipendente.
I MOTORI
La Renault Vel Satis è stata proposta in prima battuta con un buon assortimento di motori sia a benzina sia a gasolio. Per quanto riguarda i primi, l’alternativa era tra un due litri turbo con Dna tipicamente francese e un V6 3.5 di origine Nissan, sempre abbinato a un cambio automatico. Queste unità, che non hanno mai riscosso grande successo, sono uscite di scena negli ultimi tempi e rappresentano una vera rarità tra gli annunci dell’usato. Le inserzioni riguardano soprattutto le Vel Satis turbodiesel, che possono montare tre diversi propulsori. Quelli più comuni sono il 2.2 dCi e il due litri che lo ha affiancato a partire dal 2006. A completare il quadro c’è un V6 3.0 sviluppato dalla Isuzu. Questa unità fa coppia fissa con la trasmissione automatica Proactive, dolce nelle cambiate e pronta a rispondere ai desideri del pilota.
PRO E CONTRO
La Renault Vel Satis sa offrire un’elevata qualità della vita a bordo. Le sospensioni, grazie a una taratura abbastanza soffice, risparmiano i colpi più duri ai passeggeri, che hanno a disposizione una gran quantità di spazio. L’abitacolo appare talmente lungo che chi siede dietro sente a volte l’istintiva necessità di sporgersi in avanti per conversare con i passeggeri anteriori. In ogni caso, la silenziosità è ottima. La Vel Satis è insomma una grande passista, che predilige i lunghi trasferimenti autostradali ai percorsi misti. Tra le curve, infatti, il baricentro alto e la massa rilevante provocano un certo rollio. Il coricamento laterale non pregiudica comunque la sicurezza di marcia, con l’Esp (di serie su tutte le versioni) che interviene in modo puntuale. Tra i difetti va annoverata la scarsa visibilità, che complica la percezione degli ingombri in manovra.
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I MOTORI
La Renault Vel Satis è stata proposta in prima battuta con un buon assortimento di motori sia a benzina sia a gasolio. Per quanto riguarda i primi, l’alternativa era tra un due litri turbo con Dna tipicamente francese e un V6 3.5 di origine Nissan, sempre abbinato a un cambio automatico. Queste unità, che non hanno mai riscosso grande successo, sono uscite di scena negli ultimi tempi e rappresentano una vera rarità tra gli annunci dell’usato. Le inserzioni riguardano soprattutto le Vel Satis turbodiesel, che possono montare tre diversi propulsori. Quelli più comuni sono il 2.2 dCi e il due litri che lo ha affiancato a partire dal 2006. A completare il quadro c’è un V6 3.0 sviluppato dalla Isuzu. Questa unità fa coppia fissa con la trasmissione automatica Proactive, dolce nelle cambiate e pronta a rispondere ai desideri del pilota.
PRO E CONTRO
La Renault Vel Satis sa offrire un’elevata qualità della vita a bordo. Le sospensioni, grazie a una taratura abbastanza soffice, risparmiano i colpi più duri ai passeggeri, che hanno a disposizione una gran quantità di spazio. L’abitacolo appare talmente lungo che chi siede dietro sente a volte l’istintiva necessità di sporgersi in avanti per conversare con i passeggeri anteriori. In ogni caso, la silenziosità è ottima. La Vel Satis è insomma una grande passista, che predilige i lunghi trasferimenti autostradali ai percorsi misti. Tra le curve, infatti, il baricentro alto e la massa rilevante provocano un certo rollio. Il coricamento laterale non pregiudica comunque la sicurezza di marcia, con l’Esp (di serie su tutte le versioni) che interviene in modo puntuale. Tra i difetti va annoverata la scarsa visibilità, che complica la percezione degli ingombri in manovra.