
Sul fascicolo di gennaio di "Quattroruote", a pagina 222, abbiamo scritto che il montaggio di un kit aftermarket di luci diurne è possibile a patto che sia omologato secondo il regolamento ECE R87. E, cosa da non trascurare, che l'installazione avvenga secondo i dettami della norma. Ad avvalorare questa tesi avevano contribuito le informazioni fornite dai produttori di questi kit.
Non possono essere montate. Peccato che non sia così: di recente abbiamo raccolto la segnalazione di un lettore che era stato multato dalle forze dell'ordine perché la sua vettura era equipaggiata con un impianto di luci diurne aftermarket. A questo punto abbiamo deciso di approfondire la questione girando il quesito a importanti funzionari della Polizia di Stato e dirigenti del ministero delle Infrastrutture e trasporti. Dopo qualche telefonata, il responso è stato concorde: le luci diurne non possono essere montate anche se omologate, a meno che il costruttore non le abbia già previste all'origine.
Il nostro Codice della strada, a differenza di quanto avviene in altri Paesi della Unione Europea, è molto restrittivo sulle modifiche che è possibile apportare ai veicoli: vieta, di fatto, tutto ciò che non è stato previsto in sede di omologazione del veicolo, soprattutto in materia di dispositivi di illuminazione e segnalazione. Una limitazione, forse eccessiva, che andrebbe in qualche modo stemperata con una circolare ufficiale volta a rendere possibile l'utilizzo dei kit di luci diurne omologati, ovviamente in ambiti ben definiti per evitare abusi.
Circolare esplicativa. Non sarebbe una novità: già in passato ci siamo imbattuti in una serie di vicende analoghe, che hanno portato confusione e sono state chiarite solo dopo la divulgazione di una circolare esplicativa. Per esempio, ricordiamo la storia delle luci di emergenza (il cosiddetto hazard) legali all'estero, ma non in Italia, quella delle pellicole oscuranti, la vicenda infinita degli scarichi aftermarket e quella del tettuccio apribile: questi ultimi due componenti, prima sottoposti a visita e prova e poi di fatto liberalizzati se debitamente omologati.
Cosimo Murianni
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