A tre giorni dall’entrata in vigore dell’ecotassa e dell’ecobonus, mentre ancora nessuno sa come si potranno prenotare gli incentivi né come e quando si dovrà pagare la nuova imposta, il vice di Luigi Di Maio, Dario Galli, rimette tutto in discussione: “andranno sicuramente rivisti e ci stiamo lavorando”, ha dichiarato il viceministro dello Sviluppo economico a Milano al convegno “The future, today” organizzato da Rilegno e FederlegnoArredo. “Piuttosto che le auto elettriche, facciamo comprare una Panda a metano”, ha sottolineato l’esponente leghista, “la può comprare anche un pensionato che guadagna 1.200 euro al mese e magari non può permettersi una Tesla”.
Piattaforma di prenotazione in alto mare. Dichiarazioni in libertà? Dialettica tra le due anime del governo? Un progetto per rimodulare diversamente l’iniziativa il prossimo anno? Forse. Sta di fatto che da ieri l’ipotesi non tanto di una riforma radicale della norma bonus/malus nella direzione auspicata da Galli quanto di uno slittamento della sua entrata in vigore circola per davvero. Essenzialmente per due motivi: da un lato l’indisponibilità della piattaforma ministeriale di prenotazione dei bonus, che potrebbe essere pronta solo a metà marzo; dall’altro i lunghi tempi di nazionalizzazione delle auto provenienti dall’estero, anch’esse soggette all’ecotassa (e in questo caso non vale la data di acquisto), provocati dall’entrata in vigore del cosiddetto decreto sicurezza e dalla valanga di richieste di immatricolazione di auto con targa prevalentemente bulgara o rumena circolanti stabilmente in Italia fino a poco tempo fa.
Motorizzazione civile in affanno. Come abbiamo rivelato su Quattroruote di marzo, in alcuni uffici della Motorizzazione i tempi per la nazionalizzazione sono superiori a 30 giorni. Vuol dire che le auto con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km per le quali la domanda è stata presentata prima dell’1 marzo sarebbero (ingiustamente) punite con l’ecotassa per motivi indipendenti dagli importatori, professionali o privati che siano. Anche per questo motivo l’ipotesi di uno slittamento della data dell’1 marzo, che non potrebbe che avvenire con decreto legge, non sarebbe così peregrina. Si vedrà nelle prossime ore se l'ultima bozza di decreto messa a punto al ministero dello Sviluppo economico e di cui abbiamo dato notizia domenica scorsa vedrà finalmente la luce prima dell'1 marzo, come peraltro prescrive la legge di bilancio.
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