Con due pratiche, concluse da un’agenzia di Roma, è partita la sperimentazione delle procedure che porteranno, a partire dall’1 gennaio 2020, all’emanazione del documento unico di circolazione e proprietà. La sperimentazione durerà sei mesi: una prima fase, compresa tra l’1 luglio e il 30 settembre, sarà su base volontaria (attualmente hanno aderito all’invito del Comitato tecnico sul documento unico costituito dalla Motorizzazione civile e dal Pra solo sei agenzie di pratiche auto di tre province), ma la platea dovrebbe allargarsi progressivamente nelle prossime settimane/mesi; anche perché, poi, a partire dall'1 ottobre la sperimentazione coinvolgerà obbligatoriamente tutte le agenzie d’Italia.
I due archivi si parlano. In questa fase, in pratica, verranno testati i nuovi software e le procedure informatiche e telematiche necessarie e indispensabili a far dialogare in tempo reale la Motorizzazione civile e l’Aci e i rispettivi archivi, l’Archivio nazionale veicoli depositario di tutti i dati tecnici sul veicolo, oltre che dei dati dell’intestatario, e il Pubblico registro automobilistico, su cui sono registrate le informazioni sulla proprietà e su eventuali gravami (fermi amministrativi, ipoteche eccetera). Ma, naturalmente, nulla cambierà nella pratica fino al 31 dicembre. Al termine di questa fase, dall’1 gennaio 2020 il Certificato di proprietà, ancorché dematerializzato, cesserà completamente di esistere e agli automobilisti, in occasione dell’acquisto di una nuova macchina o del passaggio di proprietà di una vettura usata, sarà rilasciata la nuova carta di circolazione contente anche le informazioni di competenza Pra.
L’incognita tariffe. Nulla si sa ancora, invece, se vi saranno anche dei benefici economici per i cittadini. Attualmente, infatti, la spesa amministrativa ammonta a 101,20 euro (27 euro di emolumenti Pra, 10,20 euro di diritti Motorizzazione e quattro imposte di bollo da 16 euro). In teoria la riforma, come prevede la legge, dovrebbe generare “risparmi significativi” per l’utenza attraverso una nuova tariffa unica più bassa della somma di quelle attuali. Tuttavia la stessa norma prevede che in assenza dell’apposito “decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con i ministri dell'Economia e delle Finanze e della Giustizia, sentiti l'Aci e le organizzazioni maggiormente rappresentative delle imprese del settore della consulenza automobilistica, previo parere delle competenti commissioni parlamentari”, la tariffa unica sarà pari alla somma delle tariffe e delle imposte attuali. A pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca quasi sempre.
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