Come è noto, la riforma del Codice della strada entrata in vigore il 14 dicembre 2024 non ha cambiato le conseguenze per chi è sorpreso a guidare dopo aver bevuto: non sono cambiate le soglie di tasso alcolemico, non sono aumentate le sanzioni o le ammende. Pure i punti da decurtare dalla patente sono rimasti gli stessi, così come durata dell’eventuale sospensione della patente o del possibile fermo amministrativo del veicolo con cui è stato commesso il reato, o le situazioni in cui è prevista la revoca della patente, o il sequestro del mezzo. Insomma, l’impianto dell’articolo 186, quello che disciplina la “guida sotto l’influenza dell’alcol”, è rimasto tale e quale.
Norma antirecidivi. Tuttavia, c'è una novità: chi è già stato condannato in tribunale, ossia per aver guidato con un tasso alcolemico nel sangue superiore a 0,8 g/l, dopo aver scontato la pena, non potrà mettersi al volante nemmeno con tasso alcolemico sopra lo 0 e fino a 0,5 g/l, situazione che nella generalità delle evenienze attualmente non è punita (c’è una multa di 168 euro solo per i neopatentati, per chi ha meno di 21 anni e per i conducenti professionali). Il divieto varrà per due anni se il reato commesso è "lieve", ossia con tasso alcolemico superiore a 0,8 e fino a 1,5 g/l, oppure per tre anni se grave, ossia sopra 1,5 g/l. Nella pratica, significa che chi vorrà guidare potrà farlo solo se sul veicolo sarà installato (a proprie spese) il cosiddetto alcolock, un dispositivo non manomettibile che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico - per l'appunto - superiore a zero.
Dal 2024 la predisposizione è obbligatoria. L’alcolock non è un’invenzione italiana. È disciplinato, da un punto di vista tecnico, dalla norma EN 50436 e nel 2006 è stato introdotto nell’ordinamento della Ue (direttiva 2006/126/CE). Tant’è che in altri paesi dell’Unione, in particolare in Svezia, è già ampiamente utilizzato, soprattutto nell’autotrasporto. Dall’1 luglio 2024, inoltre, tutte le auto di nuova immatricolazione devono essere predisposte fin dall’origine, ossia direttamente dal costruttore, per la sua installazione, ossia devono avere una specifica interfaccia che ne faciliti il montaggio.
Come funziona. Semplificando al massimo, un alcolock è costituito da un vero e proprio etilometro per la misurazione del tasso alcolemico e da un’interfaccia di dialogo con il veicolo. L’alcolock si attiverà automaticamente quando il conducente tenterà di avviare l’auto richiedendo, appunto, di effettuare il test sull’apposito boccaglio, proprio come un normale etilometro. Solo se lo strumento rileverà un tasso pari a 0,0 g/l l’unità di controllo attiverà il relè di avviamento del motore. Diversamente, l’auto non potrà essere messa in moto. I dispositivi più sofisticati sono in grado di memorizzare, in maniera crittografata, data, ora ed esito di ogni test, ora di avviamento e spegnimento del motore, eventuali manomissioni dello strumento, possono trasmettere informazioni al proprietario dell’auto nel caso in cui il guidatore sia diverso, e possono essere persino integrati con videocamere. I prezzi possono variare da alcune centinaia ad alcune migliaia di euro. Il costo dell’installazione, invece, potrà essere estremamente variabile in base all’officina (le tariffe sono libere) e al tipo di auto, già predisposta oppure no, per accogliere questa tecnologia.
Multe aumentate di un terzo. Infine, le sanzioni. Nei confronti di un guidatore soggetto alla tolleranza zero, ossia obbligato a guidare con tasso alcolemico pari a zero, ma sorpreso al volante con tracce di alcol (tasso superiore a zero), le sanzioni sono aumentate di un terzo.
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