Il governo francese apre al dialogo con i gilet gialli. Dopo giorni di protesta per il caro carburante, con blocchi del traffico, manifestazioni, cariche della polizia e numerosi arresti, il ministro dell'ambiente francese, François de Rugy, ha reso noto che riceverà nel pomeriggio una delegazione dei manifestanti, su richiesta del presidente Emmanuel Macron.
Allarme ambientale. Proprio quest'oggi, il numero uno dell'Eliseo ha presentato il programma energetico nazionale e il piano di transizione energetica, dichiarando di avere ben presente "l'allarme sociale", ma al tempo stesso sottolineando la necessità di affrontare "un allarme ambientale". "Abbiamo fatto troppo poco per il clima", ha continuato. "Non possiamo essere lunedì per l'ambiente e martedì contro l'aumento dei prezzi del carburante".
Cambia il metodo, non la direzione. Mano tesa ai manifestanti dunque, anche se per Macron le "violenze sono inaccettabili". Il presidente francese ha annunciato una "grande concertazione sul terreno della transizione ecologica e sociale", che dovrà permettere "in tre mesi" di rispondere alla collera dei gilet gialli elaborando "soluzioni" e "metodi di accompagnamento". Per il numero uno dell'Eliseo, che intende cambiare "il metodo", ma non la direzione, questa concertazione dovrà essere portata avanti su tutto il territorio nazionale unendo associazioni, politici e "rappresentanti dei gilet gialli".
Chiusura di 14 reattori nucleari. Il piano pluriennale di transizione energetica presentato da Macron prevede una nuova spinta delle energie alternative, l'abbandono dei combustibili fossili (tutte le centrali a carbone chiuse entro il 2022), lo sviluppo e il sostegno alle energie rinnovabili e pulite, con un mix di energia elettrica e solare. In questo quadro, la quota di energia nucleare sarà ridotta del 50% entro il 2035, con la graduale chiusura di 14 reattori da 900 megawatt. Riguardo alle proteste, ha poi aggiunto: "Non voglio una Francia a due velocità dove il più modesto debba pagare di più, rifiuto che la transizione ecologica accentui l'ineguaglianza tra i territori. Questa è la paura espressa dai nostri concittadini negli ultimi giorni: essere lasciati indietro. Posso capire e condividere questa paura, ma sarà fatto di tutto per sostenere socialmente questa transizione, così che l'ecologia sia un'ecologia popolare".
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it