Lo sciopero del sindacato Uaw contro le "Big di Detroit" è considerato storico per molti aspetti, ancor di più dopo un evento avvenuto ieri a Wayne, in Michigan: per la prima volta nella storia degli Stati Uniti un presidente ha presenziato a un picchetto di lavoratori in sciopero. Infatti, Joe Biden si è presentato davanti a una delle fabbriche della General Motors per esprimere la propria solidarietà e sostenere le istanze sindacali nella vertenza nata con lo stallo delle trattative sul rinnovo del contratto collettivo di lavoro
"Vi meritate un aumento". Biden ha ribadito tutto il suo sostegno alla campagna del sindacato per ottenere maggiori retribuzioni, migliori condizioni di lavoro, garanzie precise sugli investimenti e, soprattutto, la salvaguardia degli organici nel passaggio alla mobilità elettrica. "Avete salvato l'industria automobilistica. Avete fatto molti sacrifici quando le aziende erano in difficoltà. Ora stanno andando incredibilmente bene e dovreste andare bene anche voi", ha affermato Biden, parlando con un megafono agli operai. "Wall Street non ha risollevato il Paese, è stata la classe media. Sono stati i sindacati. Vi meritate quello che avete guadagnato. E avete guadagnato molto di più di quanto vi pagano".
La visita di Trump. Biden ha anticipato di un giorno un'altra visita di alto profilo, quella del suo possibile rivale Donald Trump alle prossime elezioni per la Casa Bianca. La presenza del discusso Tycoon, però, non è stata accolta in modo favorevole da tutti gli operai: alcuni ritengono che la sua visita possa contribuire a risolvere l'impasse a loro favore, ma molti temono una politicizzazione della vertenza sindacale e chiedono ai partiti di "stare alla larga" da Detroit. Da parte sua, Trump ha definito la visita di Biden una "trovata pubblicitaria" per "distrarre" il pubblico americano da altre questioni come l’immigrazione e la sicurezza. In tale contesto, uno dei protagonisti dello sciopero sta assumendo un ruolo imprevisto e, per alcuni aspetti, sorprendente. Si tratta di Shawn Fain, il numero uno dello Uaw: l'ex operario della Chrysler si è presentato da perfetto carneade alle elezioni per la presidenza del sindacato, riuscendo per un soffio a battere la concorrenza di Ray Curry, e ora sta acquisendo una crescente popolarità (non solo tra i lavoratori dell'industria automobilistica) per la sua fermezza e determinazione al tavolo delle trattative con le tre Big di Detroit. Secondo molti sondaggi, la maggioranza degli americani sostiene la causa dell'Uaw e, più in generale, le attività dei sindacati.
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