Al suo apparire sembrò agli alfisti un’autentica eresia, la 164. Non era la prima Alfa a trazione anteriore (il primato era toccato all’Alfasud nel 1972, cui poi seguirono la 33 e l’Arna) ma le ruote motrici davanti su un’ "Alfanord" furono, per i tanti cresciuti a pane e bialbero, un boccone difficile da mandar giù. Tanto più sull’ammiraglia. La vettura che era chiamata a sostituire, l’Alfa 6, nata già vecchia nel 1979, non era stata certo un capolavoro (anzi), eppure sulle prime qualcuno la rimpianse. Oggi, 30 anni dopo il debutto della 164, le opinioni sono per fortuna molto cambiate. E in occasione del 107° compleanno della Casa, che si celebrerà sabato al Museo di Arese, è prevista, tra le tante iniziative, una parata di 164 e una conferenza dedicata al modello, entrambe in agenda in mattinata, tra le 9.30 e le 12.30.
Quattro modelli per un Tipo. Il fatto è che la 164 aveva il peccato originale di essere (in parte) frutto di un progetto comune con la Fiat, figlia di quella famiglia Tipo 4 che era nata da un iniziale asse Lancia-Saab, poi esteso alla Fiat e quindi all’Alfa Romeo. In realtà, mentre le "cugine" Thema, 9000 e Croma almeno le porte le avevano uguali, era assolutamente impossibile sospettare qualunque parentela tra la grossa di Arese, disegnata per Pininfarina da Enrico Fumia (che parlerà sabato ad Arese), e le sue consanguinee. Arrivata in maniera pressoché contestuale al passaggio dell’Alfa alla Fiat, nel settembre 1987, la 164 venne percepita inizialmente come l’esempio dello snaturamento di cui il Gruppo torinese si sarebbe fatto autore, secondo i suoi detrattori, del marchio milanese. Valutazione ingenua e sbagliata, visto che la cooperazione progettuale era iniziata quando ancora le due aziende erano perfettamente separate, con l’Alfa sotto l’ombrello dell’Iri, prova ne sia che i motori erano 100% Alfa Romeo, senza nessun passaggio di tecnologie meccaniche da Torino verso Milano.
L’ultima "grossa" di Arese. All’inizio i motori sono il 2.0 Twin Spark da 145 CV, il 3.0 V6 da 188 e il 2.5 TD (di produzione VM) da 114. Pochi mesi dopo il lancio si aggiunge la 2.0 Turbo 4 cilindri da 171 CV; nel febbraio 1991 è la volta della V6 2.0 Turbo (207 CV), mentre nel 1992 arriva un leggero restyling con paraurti più spigolosi e poche altre modifiche; la gamma si sdoppia nelle versioni base e Super. Da fine 1993 anche la 164 tira (anche) dalle ruote posteriori, grazie all’arrivo della versione Q4 a trazione integrale, mossa dal 3.0 V6 da 231 C ; nel giugno 1994 ancora un lifting, con la gamma riorganizzata intorno alle versioni Super e Super L. La 164 esce di produzione a giugno 1997 per cedere il passo, un anno più tardi, alla 166 dopo quasi 270 mila esemplari costruiti. Sarà l’ultima ammiraglia costruita ad Arese, visto che la 166 verrà prodotta a Rivalta di Torino. Tra le (poche) derivate del modello, la 164 ProCar, una shadow car destinata alle gare di Production Car rimasta in realtà ferma ai box dopo il cambio di proprietà dell’azienda. La muoveva un V10 3.5 da 620 CV montato in posizione centrale.
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