I nostri itinerari per le gite fuoriporta della Fase 2 oggi si spostano in Piemonte, con un giro nel Canavese che parte da Torino. Una buona occasione per fare un viaggio tra piccoli laghi e castelli sabaudi. Con un'avvertenza: verificate sempre prima di partire che musei, chiese e luoghi di interesse suggeriti siano aperti.
Ci si passa spesso in mezzo, al Canavese. Anzi, quando si viaggia verso le stazioni sciistiche della Valle d'Aosta, ci si passa sempre. In genere, con scarsa attenzione. Al massimo, i meno distratti noteranno che il paesaggio è singolarmente verde. Per poi gettare un'occhiata a un paio di castelli di una certa imponenza. Ma difficilmente decideranno di uscire dall'autostrada. Noi, invece, vi consigliamo di farlo: a una ventina di chilometri dal casello di Torino Nord, lasciate l'A5 a San Giorgio Canavese e dirigetevi verso Caluso. Per raggiungere Masino, la prima meta di grande interesse, ci sarebbe una strada più veloce, ma voi imboccate la s.p. 84 che, sfiorando il Lago di Candia, conduce a Vische: lo scenario incontaminato che vi accompagnerà sarà un buon biglietto da visita del Canavese. Poi prendete la s.p. 81 per Strambino, dove svolterete a destra sulla s.p. 56, che scavalca la Dora Baltea. Sulla destra il Castello di Masino, verdissimo. Ecco Azeglio, con la residenza già di proprietà di Massimo D'Azeglio e, sullo sfondo, il profilo rettilineo della Serra, rilievo morenico che collega i monti sopra Ivrea ai colli attorno al Lago di Viverone. E ora dirigetevi proprio verso questo specchio d'acqua, dominato da qualche sparuta villa liberty e bordeggiato da una manciata di piccole spiagge.

L'itinerario da Torino ad Agliè
Passaggio a Ivrea. Poi tornate sui vostri passi per puntare su Ivrea, una città che rimpiange i fasti dell'Olivetti, con la ricchezza che ne era derivata, ma che al visitatore offre un intrigante mix fra antico e moderno. Il primo rappresentato dalle vie Palestro e Arduino, dall'elegante Teatro Giacosa, dal Duomo, con i suoi ricordi d'età carolingia. Il secondo, più defilato, scandito dalle sette stazioni tematiche del Museo dell'architettura moderna, che su un percorso di due chilometri illustra quanto ha realizzato l'Olivetti in tema di architettura, urbanistica, design industriale e grafica pubblicitaria.
Verso Agliè. Lasciata la "capitale" del Canavese, imboccate la s.p. 222, che passa a mezza costa da Loranzè, per poi sfiorare il Castello di Parella, riaperto nel 2017 dopo un restauro, e arrivate a Castellamonte, dove attirerà la vostra attenzione la Rotonda Antonelliana, quel che resta del grandioso progetto di Alessandro Antonelli: la realizzazione di una chiesa che avrebbe dovuto essere seconda solo alla basilica di San Pietro. L'itinerario si conclude ad Agliè, dove meritano una visita Villa il Meleto, la casa dove Guido Gozzano trascorreva le vacanze, e il castello, dimora sabauda parte del Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco: spettacolare il parco, innumerevoli i tesori – dagli stucchi settecenteschi del salone d'ingresso agli affreschi secenteschi di quello da ballo – che impreziosiscono le oltre 300 stanze.

Il Castello di Agliè, residenza sabauda che fa parte del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. A inizio secolo, quando fu la location principale dello sceneggiato "Elisa di Rivombrosa", visse un momento di grande popolarità (foto Laurom)
Da vedere: il castello di Masino. Se c'è un posto che consente di capire quanto sia bello il Canavese, quello è il Castello di Masino. Non tanto – o meglio, non solo – per il castello in sé, quanto per la vista a 360 gradi che offre l'altura su cui è adagiato. C'è tutto il Canavese ai piedi, o almeno la sua parte migliore, quella più intatta e preservata: verde, verde e ancora verde, con la cintura delle Alpi a ovest e a nord e la barriera morenica della Serra, che digrada verso la grande pianura, a nord-est. Uno spettacolo indimenticabile. Poi, certo, c'è anche il castello – dal 1987 di proprietà del Fai – e non è cosa da poco. Di origini medievali, fu trasformato, tra il '600 e il '700, in dimora residenziale. Sono ben trenta i locali affrescati che ne celebrano lo sfarzo. Si va dal Salotto rosso, con i suoi preziosi damaschi, alla stanza in cui troneggia un biliardo ottocentesco tra affreschi del '600, fino a quella contrassegnata dagli storici araldi di famiglia. E poi le collezioni di miniature e di porcellane, i 25 mila volumi antichi della biblioteca, i dipinti dell'arte figurativa lombarda della Camera degli ambasciatori di Spagna, i ritratti di celebri letterati che incorniciano la Galleria dei poeti. Su tutto, il Salone da ballo, ricavato nel torrione circolare del '500, in cui spiccano uno scenografico lampadario di cristallo di Boemia e vezzosi paesaggi araldici affrescati nel 1730. Insomma, è un raffinato scrigno di storia e arte, il Castello di Masino. E all'esterno, non è da meno, quanto ad attrattiva, il parco all'inglese di 24 ettari disegnato nell'800, che dà il meglio in primavera, quando spuntano cascate di fiori di ogni foggia e colore. Un viale di tigli, poi, porta al secondo labirinto d'Italia per estensione, con le sue 2 mila piante di carpini sagomate. Restano da citare le scuderie settecentesche, dove sono esposte dodici carrozze dei secoli XVIII e XIX.
IL VIAGGIO IN CIFRE
Distanza totale: 70 km
Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 minuti (soste escluse)
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