“Più che ‘Ritorno al Futuro’, il vero film è quello sulla vicenda DeLorean”: così scriveva Carlo Cavicchi, nostro ex direttore, in un lungo articolo intitolato “Intrigo Internazionale” e dedicato alle vicissitudini del celebre top manager e industriale americano. Da allora, non a caso, sono nate ben due pellicole sulla figura di John DeLorean (“Driven” del 2018 e “Framing John DeLorean” del 2019), alle quali oggi si aggiunge una terza opera: un’inedita docuserie di tre episodi prodotta da Netflix che racconta la storia del famoso uomo di Detroit.
Una vita da cinema. L’infanzia, l’ascesa e il declino nel mondo dell’auto: tutto è raccontato in “John DeLorean: mito e magnate”. Alle immagini di repertorio, catturate nel 1981 dal regista D.A. Pennebaker, premio Oscar alla carriera nel 2013, si alternano le interviste al figlio Zach, a Cristina Ferrare, la sua terza moglie, e ad altri personaggi dell’automotive che conobbero l’ex top manager della General Motors, reinventatosi industriale per inseguire il sogno di produrre una sportiva a due posti.
Second life. Parliamo ovviamente della DMC-12, la bella coupé disegnata da Giorgetto Giugiaro con le iconiche portiere ad ali di gabbiano, ma dalle prestazioni al di sotto delle aspettative e dal listino troppo caro. A essa avrebbe fatto seguito un altro modello a quattro posti, se la produzione industriale della DeLorean Motor Company non fosse stata interrotta anzitempo nel 1982. Il prototipo della curiosa berlina sarebbe poi diventato la concept Lamborghini Marco Polo, mentre la DMC-12, come tutti sappiamo, avrebbe finalmente ottenuto una fama planetaria nel 1985, con il debutto della pellicola “Ritorno al Futuro”.
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